Stipendio o qualità della vita? Per gli italiani, la seconda conta di più

Gli italiani danno più importanza alla qualità della vita rispetto allo stipendio. A dirlo, è l'Employer Branding Research 2024, condotto da Randstad, multinazionale olandese specializzata in risorse umane.

L'Employer Branding Research di Ranstad dice che gli italiani danno più importanza alla qualità della vita anziché allo stipendio

Gli italiani danno più importanza alla qualità della vita rispetto allo stipendio. A dirlo, è l’Employer Branding Research 2024, condotto da Randstad, multinazionale olandese specializzata in risorse umane.

La ricerca analizza l’attrattività dei datori di lavoro in 32 Paesi e si basa su un sondaggio indipendente con oltre 170.000 partecipanti tra i 18 e i 64 anni. Secondo il sondaggio, i potenziali dipendenti italiani, pari a poco più di 6.700 persone, hanno attribuito la prima posizione all’equilibrio tra lavoro e vita privata, seguito da un’atmosfera di lavoro piacevole, retribuzione e benefit interessanti, sicurezza del posto di lavoro e progressione di carriera. Questo trend, già confermato lo scorso anno, mostra come gli italiani considerino l’equilibrio tra vita lavorativa e privata più importante dello stipendio. Altri fattori cruciali includono l’atmosfera sul luogo di lavoro e la sicurezza dell’impiego.

La ricerca ha anche evidenziato differenze nei valori tra il campione globale e quello europeo. A livello globale, la “Diversity e Inclusion” è entrata nella top five, mentre in Europa si pone attenzione alla solidità finanziaria delle aziende.

Le differenze generazionali e di genere sono marcate. La Generazione Z e i laureati preferiscono l’equilibrio vita-lavoro e attribuiscono grande importanza all’equità. Al contrario, donne e persone con minore istruzione sono più preoccupate per la bassa retribuzione. Inoltre, il 45% degli italiani non ha ricevuto supporto dalle aziende per affrontare il carovita, e molti giudicano negativamente la formazione offerta per lo sviluppo di carriera.

L’intelligenza artificiale non sembra suscitare paura tra i lavoratori italiani. Il 33% del campione prevede un miglioramento grazie all’AI, mentre il 47% non prevede cambiamenti significativi. Nel complesso, il 36% degli italiani ha cambiato o sta per cambiare lavoro a causa del binomio carovita-bassi stipendi, dimostrando attenzione verso datori di lavoro capaci di soddisfare le esigenze dei dipendenti.

La ricerca di Randstad si sofferma poi sulle aziende più amate dai dipendenti. Per il nostro Paese il primo posto è andato a Ferrari, riconosciuta come l’azienda più attrattiva per oltre il 70% del campione italiano, grazie alla sua solidità finanziaria, reputazione e sicurezza del lavoro a lungo termine. Michele Antoniazzi, Chief Human Resources Officer di Ferrari, ha sottolineato l’impegno dell’azienda nel garantire opportunità di crescita basate sul merito.

Il Group Ceo di Randstad Marco Ceresa sostiene che in un nuovo lavoro gli italiani cercano benessere e conciliazione con la vita personale
Marco Ceresa

A sua volta, Marco Ceresa, Group CEO di Randstad, ha ribadito come gli italiani cerchino benessere e conciliazione con la vita personale in un nuovo lavoro, anche se l’aspetto economico rimane importante. Ceresa ha sottolineato l’importanza per i datori di lavoro di adattare le strategie di reclutamento e sviluppo dei talenti alle diverse dinamiche in evoluzione.

Per le aziende, insomma, mettere al primo posto la soddisfazione dei propri dipendenti, donando loro ambienti di lavoro inclusivi e gratificanti, è secondo Randstad la strada più giusta per restare davvero attrattivi in un mercato sempre più esigente.

Segui la diretta di: