GammaDonna presenta le Fab60, aziende al femminile impegnate contro il gender gap
Dal supporto alle aziende che lottano contro il gender gap alle strategie che permettono di trasformare i fallimenti in nuove opportunità. Sono queste e molto altro le sessanta iniziative d’impresa al femminile inserite nella Fab60, la shortlist del Premio Gamma Donna, in programma alla Nuvola Lavazza di Torino il prossimo 4 novembre.
Dal supporto alle aziende che lottano contro il gender gap alle strategie che permettono di trasformare i fallimenti in nuove opportunità. Sono queste e molto altro le sessanta iniziative d’impresa al femminile inserite nella Fab60, la shortlist del Premio Gamma Donna, in programma alla Nuvola Lavazza di Torino il 4 novembre 2024.
Giunta alla ventesima edizione, l’iniziativa è promossa dall’associazione non profit GammaDonna, che sostiene la crescita del ruolo delle donne nel mondo dell’impresa. Scopo ultimo è favorire uno sviluppo economico sostenibile e duraturo attraverso la riduzione del gender gap.
In concreto, GammaDonna si pone come una sorta di “talent scout” di modelli femminili di imprenditoria innovativa, premiati con diversi riconoscimenti. Oltre al Premio principale, che andrà a sei delle sessanta magnifiche imprese di donne inserite nella Fab60, durante la serata torinese verranno assegnati anche il Women Startup Award di Intesa San Paolo Innovation Center, il Giuliana Bertin Communication Award di Valentina Communication e la Menzione per l’impatto sociale di Cottino Social Impact Campus.
Al di là di chi si aggiudicherà i vari premi, tutte le Fab60 inserite nella shortlist di GammaDonna sono accomunate dalla capacità di offrire una visione diversa del futuro, grazie alle loro idee, talento e intraprendenza, contribuendo al progresso economico, sociale e tecnologico del Paese.
Ad esempio, tra le Fab60 c’è chi usa la blockchain per governare la transizione digitale nelle aziende. C’è chi invece punta sull’intelligenza artificiale industriale per ridurre gli sprechi nella produzione o chi ancora utilizza le dinamiche del gaming come strumento per valutare e potenziare le competenze dei talenti.
E, a proposito della valorizzazione dei propri collaboratori, meritano una menzione speciale le almeno 14 imprenditrici inserite nella shortlist che hanno dato vita a progetti diretti a migliorare le relazioni tra le persone.
Tra loro spicca la giovane fondatrice di Flowerista, Sara Malaguti, che fornisce formazione e consulenze personalizzate per ridurre il digital divide e il gender gap dei micro brand al femminile.
Meritevole di menzione è poi anche la Scuola di fallimento fondata da Francesca Corrado nel 2015, con lo scopo di aiutare le persone a trasformare i propri errori in opportunità.
Terzo esempio (non esaustivo) delle interessanti iniziative inserite tra le Fab60 lo offre Sonia Zappitelli, founder de La Luna del Grano, con un passato nelle HR e il welfare, che dopo la maternità ha deciso utilizzare la sua esperienza mettendo su un’impresa che si dedica al benessere delle neomamme, incoraggiando le aziende ad adottare best practice e così ottenere la certificazione della parità di genere.
<<In un contesto di troppe ombre, GammaDonna è per noi un baluardo contro l’arretramento nella lotta al gender gap – commenta la Presidente Valentina Parenti – Non ci basta continuare a promuovere lo spirito imprenditoriale e innovativo delle donne: puntiamo sull’imprenditoria del futuro, quella che valuta l’impatto delle proprie azioni e adotta un approccio al progresso di tipo rigenerativo,
mirando a ripristinare e migliorare la salute degli ecosistemi, e non solo a soddisfare i bisogni umani. In questo senso ci auspichiamo che la lista FAB60, che cresce anno dopo anno, sia di ispirazione e un ‘modello’ per tutte e tutti>>.
L’auspicio della presidente di GammaDonna acquisisce un significato ancora più forte alla luce dell’attualità poco onorevole per l’Italia, che si è guadagnata la maglia nera del gender gap, secondo il World Economic Forum.
Lo ricorda la stessa associazione, riportando i dati contenuti nel Global Gender Report 2024, che analizza lo stato del divario di genere in 146 economie del mondo, basandosi su partecipazione e opportunità economiche, educazione, salute,
empowerment politico.
Ebbene, secondo l’ultimo Report della prestigiosa organizzazione internazionale, il nostro Paese si colloca all’87 esimo posto del ranking del World Economic Forum, piazzandosi terzultimo in Europa, davanti solo a Ungheria e Repubblica Ceca, quanto a politiche per la parità di genere.
Ancora più preoccupante è il fatto che l’Italia abbia perso 24 posizioni dal 2022 (9 solo dal 2023) e che ci vorranno ancora 134 anni per raggiungere la parità di genere a livello globale, 3 in più rispetto alla precedente rilevazione.