Nata Diversifind, la piattaforma inclusiva per i volti nuovi di cinema e tv

Ciak si gira, ma non per tutti. Ne sono consapevoli gli ideatori di Diversifind, la prima piattaforma ideata per mettere in connessione volti e competenze che vogliano lavorare nel mondo del cinema di norma poco presenti sugli schermi.

A realizzarla, è Diversity Lab, la fondazione presieduta da Francesca Vecchioni, impegnata contro ogni forma di discriminazione e nella promozione del valore della diversità e dell’inclusione nel mondo dei media, delle aziende e nella società civile.

Diversifind vede la collaborazione di Mygrants e Accessiway e la partnership di Women in Film, Television & Media, realtà già attive da anni nel campo dell’inclusione di persone e gruppi marginalizzati.

Ma come funziona la piattaforma inclusiva? Innanzitutto, l’accesso è già attivo dopo essersi registrati ai talenti della recitazione, della regia, del doppiaggio, della sceneggiatura e maestranze della filiera – dal suono ai costumi, dalla scenografia al montaggio, dalla produzione alla fotografia – appartenenti a gruppi specifici denominati “Genere, Etnia, Età, Disabilità, LGBTQ+, Aspetto fisico”.

Chi lo farà contribuirà così alla creazione della prima banca dati di talenti marginalizzati per il settore media.

Dopo questa prima fase di raccolta delle candidature da tutto il territorio nazionale, seguirà il lancio della versione Beta di DiversiFind ad ottobre 2024, dove verranno inserite numerose sezioni utili a tutte le realtà della filiera.

Alla piattaforma potranno attingere broadcaster, produzioni, agenzie di casting e agenzie di comunicazione per individuare competenze e profili giusti, utilizzando una modalità di ricerca che manterrà i dati personali e sensibili in anonimo.

A loro volta, accademie, istituti tecnici e scuole specialistiche per lo spettacolo potranno moltiplicare le opportunità formative e lavorative per i talenti sottorappresentati, contribuendo a colmare quelle barriere di accesso a cui sono sottoposti per ragioni culturali, sociali e molto spesso economiche.

Sul significato e il valore dell’iniziativa si è espressa così la presidente Francesca Vecchioni: <<La varietà del reale stenta ancora a trovare spazio sullo schermo, come emerge dalla nostra ricerca Diversity Media Research Report 2024>>, dice Vecchioni, che si è soffermata su come la mancanza di equa rappresentazione <<riguarda tutta la filiera, che sente oggi la grande necessità di diversificarsi sia on screen che off screen, nella consapevolezza che una diversificazione delle produzioni, dei cast e delle writer’s room porta sullo schermo voci, esperienze e identità finora rimaste nell’ombra e anche maggiori ricavi nell’industry>>.

Degli effetti negativi anche sul fatturato dell’industria cinematografica ha del resto parlato anche una ricerca internazionale citata dalla Fondazione Diversity, chiamata <<Black representation in film and TV: The challenges and impact of increasing diversity (fonte: McKinsey & Company)>>.

Secondo questa ricerca, dicono gli ideatori della piattaforma Diversifind, <<le disuguaglianze etniche costano all’industria cinematografica fino a 10 miliardi di dollari annui in mancate entrate>>. Al contrario, prosegue il comunicato stampa di Fondazione Diversity, <<quando i film sanno diversificare e rappresentare, hanno anche successo. Basti pensare che secondo una ricerca di USC Annenberg nel 2022 il 37% dei film con alti incassi aveva un protagonista di un gruppo etnico sottorappresentato>>.

Di qui, in definitiva, la logica conclusione di Francesca Vecchioni: <<Crediamo che l’arrivo di uno spazio in cui la domanda e l’offerta si incontrano su questo terreno non possa che giovare in termini sociali, di lavoro e anche economici a tutto il settore e a tutta la filiera>>.