Dipendenti formati? Posti di lavoro salvati: strategia di MobieTrain per il settore accoglienza
Come frenare l'alto turnover nel settore accoglienza? Secondo la marketing manager di MobieTrain Laura Fornaroli, fornendo adeguata formazione al personale in prima linea.
La stagione della villeggiatura non esiste più da tempo. Lo stesso si può dire dei lavori estivi, mai, come in questi ultimi anni, soggetti ad un altissimo turnover. Del fenomeno si lamentano spesso in particolare i datori di lavoro, ma sono pochi quelli che si chiedono se esistono strategie efficaci per trattenere per lo meno le ragazze e i ragazzi più motivati. Come impedire che vadano via insieme con le (risicate) ferie? Attraverso la formazione. Lo sostiene in un lungo articolo Laura Fornaroli, marketing manager di Mobie Train, l’applicazione di microlearning destinata al personale in prima linea, ossia chi lavora a stretto contatto con la clientela, ad esempio nella ristorazione/settore alberghiero o nei negozi di abbigliamento.
Secondo Fornaroli, dietro l’alto turnover che affligge il settore dell’accoglienza vi sono varie ragioni. A prima vista, la retribuzione poco soddisfacente resta ancora una variabile importante, ma, scrive la manager, <<le nuove generazioni cercano aziende che oltre a garantire sicurezze dal punto di vista dello stipendio, sappiano anche dare la giusta importanza alle persone e all’esperienza lavorativa del dipendente>>.
In altri termini, in presenza di adeguata <<cultura aziendale, attenzione al work life balance, benefit aziendali e flessibilità>>, sottolinea ancora Fornaroli, persino in questo settore così esposto al turnover si potrebbero creare posti di lavoro stabili e ambiti.
Perché ciò accada è dunque essenziale fornire ai dipendenti di prima linea <<una formazione ben mirata, che risponda alle esigenze del team>>, aggiunge la marketing manager. In questo modo, si può <<migliorare notevolmente l’esperienza dei dipendenti stessi, aumentandone la motivazione e il coinvolgimento>>.
Dipendenti ben formati e contenti di essere dove sono sono oltretutto apprezzati anche dai clienti, il che porta evidenti benefici anche sul fatturato.
A sostegno della propria tesi, la manager di MobieTrain cita poi una serie di studi. Ad esempio, dice, secondo McKinsey, <<il 40% del personale nel settore del retail e della ristorazione intende lasciare il proprio posto di lavoro per cercare nuove opportunità di crescita nella propria posizione lavorativa>>.
A suo giudizio, ciò capita perché gli stessi dipendenti <<non sono consapevoli o non hanno accesso alle risorse necessarie per sviluppare le proprie competenze: senza un percorso di carriera chiaro, le persone si affezionano sempre meno alla propria azienda perché non riescono a immaginare un futuro a lungo termine>>.
Fornaroli prosegue poi con uno studio di Neiman Marcus Group, che ha affermato che <<l’offerta di flessibilità da parte delle aziende al proprio personale, anche in prima linea, ha contribuito a ridurre il tasso di abbandono del 20%, dimostrando che la flessibilità degli orari, necessaria per incontrare le esigenze delle persone, è una chiave di successo quando si tratta di mantenere alta la motivazione dei propri talenti. Ignorare la necessità di opzioni di lavoro più flessibili rischia di portare le aziende a perdere i propri dipendenti>>.
La stessa MobieTrain ha analizzato i comportamenti dei dipendenti in store, che nel 58% dei casi si è detto <<convinto di poter migliorare le proprie performance del 20% grazie ad una corretta formazione o ad un percorso di coaching efficace>>.
Fornaroli si sofferma inoltre sui dati forniti dall’Istat sulla formazione professionale erogata nel 2020: quell’anno se ne era avvalso <<il 68% delle aziende con almeno 10 dipendenti>>, percentuale salita a oltre il 90% nel caso di grandi aziende.
Più si offre formazione, insomma, più si riduce il turnover, che ha costi altissimi non solo in termini puramente economici, ma anche di clientela.
La marketing manager cita in proposito uno studio di LinkedIn, che parla di un costo per l’azienda del settore retail/accoglienza <<fino a 1,5 – 2 volte il salario del dipendente che se n’è andato>>.
Per poterlo sostituire, il datore di lavoro dovrà investire denaro per organizzare una nuova selezione del personale e successivamente sostenere i costi per la nuova assunzione.
Al netto della quota inevitabile di stagionali, come trattenere gli altri? Fornaroli ribadisce il concetto iniziale: <<I dipendenti, come già detto, oggi abbandonano per motivi ben precisi: stress, salari bassi, limitata flessibilità, scarsa soddisfazione a livello professionale o mancanza di opportunità di crescita. Su alcuni di questi punti, la formazione rappresenta un valido alleato poiché quando il personale si sente supportato nello sviluppo di nuove competenze fondamentali per la propria crescita professionale, è meno propenso a spostarsi alla ricerca di condizioni lavorative migliori>>.
La manager dice ancora: <<Quando un dipendente è felice, lavora anche meglio>>.
In conclusione, Fornaroli si sofferma sul fortissimo legame esistente tra investimento nella formazione dei neoassunti e dei dipendenti già presenti e solidità dell’immagine che si costruirà il datore di lavoro che la fornisce, con queste parole: <<Immaginate di lavorare in un’azienda che crede davvero nel vostro potenziale e che vi offre continue opportunità di crescita e sviluppo professionale: questo è il tipo di ambiente che attira le persone ambiziose e appassionate. Per i dipendenti già in forza, la formazione continua offre non solo l’opportunità di migliorare le proprie competenze, ma anche la stabilità e la sicurezza di lavorare in un’azienda che investe in loro. Questo si traduce in un team più motivato, soddisfatto e impegnato>>.