Il futuro delle risorse umane secondo Smartive: IA e digital transformation le sfide principali
Secondo un'indagine di Smartive digital transformation e intelligenza artificiale sono le sfide che attendono il settore delle risorse umane in futuro.
Il manager HR va piano, ma va lontano, soprattutto se usa l’intelligenza artificiale. A dirlo, sono i risultati di un’indagine condotta da Smartive, società di change management dedicata alla trasformazione digitale, che ha analizzato un campione di oltre 400 responsabili delle risorse umane di aziende italiane grandi, medie e piccole.
L’indagine della full-service company specializzata nella gestioni di servizi per il mondo HR, si era prefissa due obiettivi: da un lato si voleva misurare l’impatto delle tecnologie, valutando come le stesse stiano influenzando la strategia e i piani di lavoro HR. L’indagine ha considerato diversi strumenti come l’analisi dati, l’automazione, le piattaforme collaborative, la gestione del feed-back. Dall’altro lato, ha ipotizzato quali potrebbero essere gli sviluppi per il settore HR, a partire dalle competenze potenzialmente più funzionali nel futuro.
Significativi i risultati attribuiti al ruolo che avrà l’intelligenza artificiale, tenendo soprattutto conto del fatto che nell’era post-digitale, si legge nel comunicato stampa di Smartive, «tecnologia e innovazione non sono accessori, bensì elementi indispensabili per la crescita e la cultura aziendale che ridefiniscono i ruoli organizzativi e richiedono nuove competenze per la gestione dei dati, esposti a rischi di privacy e sicurezza».
Insomma, anche se non ancora pervasivo, prosegue Smartive, «l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito HR è continua crescita». I dati raccolti dall’indagine parlano infatti di un 41,5% degli HR Manager che afferma che la propria azienda la utilizza.
Sorprende «l’apertura al cambiamento», aggiunge il comunicato, mostrata dagli HR delle piccole e medie imprese, che manifesterebbero una maggiore dinamicità rispetto a quanto non capita ai loro colleghi impiegati nelle grandi aziende. Questa caratteristica, suggerisce Smartive, «potrebbe essere
sfruttata per accelerare ulteriormente l’innovazione in campo HR».
A una conclusione del genere la ricerca della società di change management arriva mettendo a confronto una serie di valori percentuali.
Innanzitutto, le aziende di medie e piccole dimensioni sarebbero caratterizzate da una cultura aziendale più aperta, «superando le grandi aziende di quasi 14 punti percentuali», si legge sempre nel comunicato.
In assoluto, però, solo il 17,8% dei HR intervistati ritiene che la propria azienda sia molto aperta al cambiamento, mentre il 34,5% la colloca in una posizione intermedia. Oltre un quarto, pari al 26,6% del campione, ritiene infine che la cultura aziendale sia mediamente poco “open”.
Più in generale, la ricerca ha individuato quali siano, per gli HR manager, le principali sfide da affrontare in futuro.
In particolare, per il 44% del campione sarebbe importante avviare percorsi di digital transformation (44%), mentre il 43% è favore di organizzazioni ibride e agili.
Si distanziano invece di circa 8 punti l’introduzione di strumenti di HR analytics (35%) e il supporto al business (34,8%).
Più nello specifico, i percorsi di digital transformation interessano più da vicino le grandi aziende, che ne sono interessate per il 46,8% dei casi contro il 41,% delle Pmi.
Sempre nelle aziende più grandi è più decisa la riduzione di resignation e quiet quitting, pari a quasi il 23% contro il 14,2% delle Pmi.
Il compito di commentare i risultati dell’indagine spetta a Francesca Maria Montemagno, founder e ceo di Smartive, che dice: «Il prossimo decennio sarà segnato da un’ondata di tecnologie innovative e potenti in rapida evoluzione. Questa trasformazione genererà un’enorme ricchezza, ma comporterà anche sfide a livello globale». Di quali sfide si tratta?
In primo luogo, prosegue Montemagno, «dovremo guardare alle applicazioni AI come a degli
“agenti”, non come a semplici software. Avvicinarsi a queste nuove tecnologie con consapevolezza è
fondamentale, e significa una parola sola: formazione. Il successo risiede nelle persone, prima ancora che nella tecnologia o negli strumenti: è una questione di fattore umano».