Le aziende a misura di futuro vanno in scena al Teatro Manzoni di Milano con il Purpose Day
Andare oltre la “mission” e la “vision” per capire, e metterlo nero su bianco, quale sia il proprio “purpose”: è questa la vera sfida per le aziende di oggi e di domani che vogliano davvero incidere sulla società. Del tema si occupa da qualche anno l’Osservatorio Purpose in Action, la realtà della School of Management del Politecnico di Milano, di cui fa parte la POLIMI Graduate School of Management, che venerdì 18 ottobre presenta la ricerca realizzata con BVA Doxa e OpenKnowledge, durante la seconda edizione del Purpose Day, organizzato al Teatro Manzoni di Milano.
All’appuntamento sono iscritti 2.400 partecipanti, in massima parte manager e Ceo delle maggiori realtà aziendali italiane, interessati ad ascoltare le testimonianze di leader accademici, top executive e rappresentanti del mondo industriale e sociale che stanno lavorando già da tempo sulla definizione, e applicazione pratica, di cosa sia il loro purpose.
Intitolata “Igniting Real Impact”, la discussione del secondo Purpose Day al Manzoni è animata, tra gli altri, da Ginni Rometty, ex CEO IBM e nominata da Fortune «la donna più potente del mondo» per 3 anni consecutivi. Presenti poi Silvia Rovere, la Presidente Poste Italiane e Nicola Monti, CEO di Edison, Davide Zardo, CEO di Schneider Electric Italia.
Inoltre, interverrà Barbara Cominelli (CEO JLL Italia), Cristina Scocchia (CEO illycaffè), Marco Mazzucco (Amministratore delegato Blue Assistance – Reale Group). Ancora, sono presenti Darren Rudkin (fondatore di The Mind at Work), Rosario Sica (CEO OpenKnowledge, Gruppo BIP), Sarah Kaplan (Professoressa Ordinaria di Gender and the Economy alla Rotman School of Management), Mary Johnstone-Louis (Senior Fellow in Management Practice presso Oxford University Saïd Business School), Maximo Ibarra (CEO Engineering), Stefano Corrado (DG Richemont), Marco Forestiere (General Director Italia – Sandoz) e Maurizio Zollo (fondatore del Leonardo Centre on Business for Society – Imperial College Londra).
I protagonisti degli speech rappresentano concreti esempi di quanto sia strategico passare dalle intenzioni alle azioni concrete per alimentare un cambiamento tangibile all’interno delle organizzazioni e quindi nella società.
Allo stesso scopo, risponde la survey realizzata dall’Osservatorio Purpose in Action, che ha anticipato giovedì 17 ottobre alla stampa una sintesi dei dati raccolti su un campione significativo di imprese, oggetto di un futuro incontro previsto il prossimo 27 novembre nella sede di Bovisa del Politecnico di Milano (Aula Carassa e Dadda), dalle 9:30 alle 13:30.
Tra i numeri più significativi, il sondaggio, che ha raccolto 785 risposte da un questionario sottoposto a imprese grandi (sopra i 250 dipendenti) e medio/piccole (sopra i 20 dipendenti), è risultato un 51% di manager che considera positivo l’impatto di una definizione del purpose sulla motivazione dei dipendenti.
Tuttavia, solo il 32% delle imprese lo ha formalizzato e ancora più bassa, ossia pari al 17%, è la percentuale di aziende che misura il purpose con indicatori specifici, contro un 36% lo fa in modo non sistematico.
Sui dati si è soffermato, durante la presentazione alla stampa, Josip Kotlar, Professor e Associate Dean for Sustainability & Impact della POLIMI Graduate School of Management, che ha ribadito anche come la definizione di un purpose aziendale rappresenti «una guida strategica che va oltre il profitto e permette alle organizzazioni di allineare la loro visione con un contributo significativo alla società».
Più in generale, ha aggiunto Kotlar, «con la nostra attività di formazione, vogliamo diventare il punto di riferimento per le imprese e i manager che intendono investire sul purpose. Crediamo infatti che il momento delle dichiarazioni sia passato: ora è tempo di agire e abbattere gli ostacoli che impediscono alle imprese di fare la differenza».
A sua volta, Cristina Liverani, Unit Manager di BVA Doxa, si è soffermata su come è stato più snello rispetto alla prima edizione di Purpose Day ottenere le risposte dal campione di Ceo e manager coinvolto nella survey, segno di una crescente attenzione al valore di un’indagine di questo genere. «La sfida del futuro sarà arrivare a tutte le categorie dei dipendenti, ha sottolineato la ricercatrice».
Allo scenario auspicato dai promotori si approderà però solo quando l’importanza del purpose sarà diventata patrimonio collettivo condiviso: «Un fenomeno emergente è il purpose washing», ha osservato Kolar.
Come contenerlo o, meglio ancora, annullarlo del tutto? Per esempio aumentando i momenti formativi sul tema, come il corso intensivo dedicato alla Purpose e alla leadership consapevole, annunciato a chiusura della conferenza stampa, che si terrà il 27 e 28 novembre.
Per il programma completo del Purpose Day al Teatro Manzoni, clicca qui.