Studio, lavoro e relazioni più libere: le preferenze di GenZ e giovani Millennial secondo Unipol
Più lavoro e istruzione di qualità, meno famiglia e figli: sono le priorità delle generazioni più giovani messe in luce dalla ricerca GenerationShip 2024
Studiare, avere un buon lavoro e mettere da parte un bel gruzzolo per il futuro, magari restando single e senza figli: sono queste le priorità della Generazione Zeta (ragazze e ragazzi dai 16 ai 35 anni) e dei giovani Millennial (quelli nati tra la fine anni Ottanta e il 1995) secondo la ricerca GenerationShip 2024 curata da Kkienn Connecting People and Companies per il Gruppo Unipol, quest’anno alla terza edizione.
Solo al quarto e al quinto posto si considera la possibilità di mettere su famiglia e di avere figli, ma ciò che più colpisce sono le motivazioni che li spingono a non considerare come essenziale la genitorialità. Secondo l’indagine, infatti, i giovani sarebbero passati dal «non potere al non volere i figli».
La tendenza registrata dalla ricerca si rispecchia anche nella maggiore libertà sessuale raggiunta in particolare dalle ragazze.
Sale infatti al 70% la percentuale di giovani donne che avrebbero adottato un comportamento
sessuale più libero e in generale la percentuale di ragazze e ragazzi che descrivono la società come sessualmente libera è salita rispetto allo scorso anno.
In calo, dal 34 al 30%, è invece l’uso delle app di incontri nella fascia 16 – 35 anni, al contrario di quanto accade tra gli adulti tra i 36 e i 74 anni.
Il 68% dei ragazzi di Gen Z e Millennial, inoltre, dichiara di sentirsi sotto pressione per i modelli estetici
irraggiungibili promossi dai social media, che alimentano insicurezze e ansie legate all’immagine
corporea.
Lavoro e istruzione sono poi una priorità condivisa da ragazze e ragazzi, ma per le giovani l’attenzione al conseguimento di un titolo di studio di qualità è più marcato ed è pari al 42% delle intervistate, mentre tra i coetanei maschi si ferma al 17%.
Allo stesso modo, sono le ragazze ad attribuire maggiore importanza alla stabilità lavorativa (+40% contro +11% degli uomini) e alla carriera (+39% contro il +15%). Sono anche le meno interessate rispetto all’anno scorso a sposarsi (-55% vs -38% uomini) o ad avere figli (-58% vs -41% uomini).
Meno evidenti sono tra ragazze e ragazzi le differenze di percezione sulla qualità dell’istruzione scolastica, giudicata mediocre, con un voto medio di solo 6,3.
Basso per tutte e tutti anche l’interesse per la politica, con una crescente sfiducia verso le istituzioni e la democrazia. Solo poco più della metà di loro (il 54%) si sente cittadino europeo, anche se, rispetto ad altre organizzazioni internazionali, a guadagnare terreno è stata proprio l’idea di un’Europa unita, come simbolo di cooperazione e futuro.
La ricerca mette in sostanza in luce una maggiore ricerca di felicità individuale, perseguita soprattutto attraverso formazione scolastica e lavoro di qualità.
Al contrario, cresce la sfiducia verso il contesto globale e le dinamiche macroeconomiche, come confermano anche i dati riguardanti gli espatri, in calo dal 2022 ad oggi, anche se comunque ancora significativi.
Non trascurabile è poi ancora il fenomeno della Great Resignation, nonostante i segnali di miglioramento mostrati dal mercato del lavoro.
Tra le meno soddisfatte dalle prospettive di carriera sono sempre le giovani donne, che desiderano prendere il controllo sulla propria vita sotto ogni aspetto.
L’indagine di Unipol fornisce infatti un’indicazione chiara sulla presenza di un cosiddetto «New Gender Divide», ossia della tensione tra ragazze e ragazzi, che sarebbe destinata a crescere.
Sono proprio le giovani donne a guidare il cambiamento, con i ragazzi che al momento continuano a condividerne i valori, ma non gli oneri.
Lo studio è partito dall’ascolto di un campione di giovani, riuniti in piccoli gruppi (focus group), stimolati
a una discussione con tecniche rigorosamente non direttive. La ricerca è proseguita attraverso la
misurazione degli atteggiamenti emersi attraverso una survey online (questionario strutturato), su un
campione rappresentativo di mille giovani dai 16 ai 35 anni.
I risultati del questionario sono stati confrontati con un’indagine gemella condotta su un
campione di controllo di 500 adulti da 36 a 75 anni, per capire le specificità degli atteggiamenti dei
giovani rispetto agli adulti e l’articolazione delle opinioni per generazioni.
Per ulteriori approfondimenti cliccare su GenerationShip 2024.