Luca Palomba di Chef in Camicia “on air” come la nostra web tv
Alla vigilia dei primi dieci anni di attività, la media company del settore food ha potenziato ulteriormente le politiche di benessere e di conciliazione vita-lavoro per i propri dipendenti. La nostra intervista al Founder Luca Palomba, che ha risposto alle domande che avremmo voluto porgli per il format Workout della nostra web tv.
Da qualche giorno, come sapete, People are People è on air anche con la web tv. Nei mesi scorsi abbiamo avuto il piacere di accogliere nel nostro studio diverse “persone che lavorano”, tutte accomunate da grande passione, energia e competenza. Una di queste, purtroppo, non è riuscita a raggiungerci nel giorno fissato per la registrazione del format Workout, ma ha voluto comunque raccontarci la sua interessante esperienza aziendale. Si tratta di Luca Palomba, Founder di Chef in camicia, la media company del settore food che di recente ha potenziato le politiche di benessere per i dipendenti e di conciliazione vita – lavoro.
A Luca, che sul web è meglio conosciuto come lo Chef Lello, abbiamo chiesto:
E’ vero che i vostri uffici sono aperti a bambini e animali domestici? Come li accogliete: con gustose torte al cioccolato e croccantini Dop?
Tutto vero! Inizialmente abbiamo cominciato dando la possibilità a tutte le persone che lavorano con noi di portare il loro animale domestico in ufficio tutti i venerdì. Dopo questo primo esperimento abbiamo esteso questa possibilità a tutti i giorni della settimana, crediamo che avere i propri animali domestici sul posto di lavoro porti ulteriore serenità e senso di appartenenza alla nostra realtà.
Lo stesso vale anche in alcune occasioni di emergenza per quanto riguarda i bambini: qui le possibilità di intrattenerli non mancano: infatti, nei nostri studi, è successo più volte che preparassero dei deliziosi biscotti di pastafrolla insieme alla nostra responsabile food.
Facciamo un passo indietro e uno in avanti. L’anno prossimo “Chef in camicia” compie dieci anni: quanto siete cambiati dalla prima foto di ricetta pubblicata sui social e dove state andando?
Siamo in continua evoluzione, in primo luogo perché anche noi siamo cresciuti sia sotto un profilo personale che sotto un profilo professionale, in secondo luogo le nostre menti si sono adattate ai diversi cambiamenti che la società in cui viviamo ci mette davanti. È vero, l’anno prossimo sono 10 anni, devo dire che abbiamo fatto tanta strada ma onestamente mi piace pensare di non essere nemmeno a metà del percorso.
Su LinkedIn presentate periodicamente i vostri nuovi collaboratori. Mi ha ad esempio colpito la storia della vostra responsabile del team di produzione, una giovane donna dai molti talenti: in una scala da uno a dieci, quanto vi interessa valorizzare le persone che lavorano con voi?
Direi che valorizzare le nostre persone sia una delle più grandi missioni che abbiamo.
L’esempio di Daniela Pomiano, Director of Operations di Chef in Camicia, spiega alla perfezione questo concetto, ovvero credere nelle qualità ma soprattutto nel valore delle persone: lei è una pietra miliare in Chef in Camicia ed è un po’ una mamma per tutti. In questi anni mi ha insegnato l’importanza di non avere troppa fretta e di affrontare le discussioni cercando sempre di immedesimarsi in entrambi i punti di vista, non solo nel proprio.
Tra le parole chiave che vi contraddistinguono parlate di “inclusione”. Al contempo, vi definite come una realtà giovane che si rivolge ai giovani: e le ricette delle nonne dove le mettete? Tono scherzoso a parte: che cosa ne pensate di un Paese come l’Italia che ha un altissimo numero di adulti – anziani, tutti (o quasi) ai fornelli? Come impiegarli eventualmente anche nella vostra azienda?
Crediamo fortemente che la tradizione sia molto importante, infatti produciamo diversi format che la raccontano tra cui “La tradizione in camicia” sul nostro canale Youtube, ma allo stesso tempo crediamo che la nostra missione – sotto l’aspetto comunicativo – sia quella dell’inclusione a tavola. E per fare ciò abbiamo coinvolto un roaster di talent di origini straniere, ma nati in italia. Credo che in questi termini si possa far capire che la nostra idea di cucina, oltre ad essere inclusiva e propensa al cambiamento, sia anche in continua evoluzione.
Prima di salutarci, ti propongo il nostro gioco, basato sulla metafora simbolo di Workout, allenamento in inglese. Immaginiamo di suddividere le nostre giornate nelle tre fasi di “riscaldamento – fase cardio – stretching”, in genere io parto con una buona colazione accompagnata da letture che nutrono l’anima (riscaldamento), poi proseguo con l’attività fisica ad alta intensità e/o ascolto di musiche energizzanti (fase cardio) e per finire chiacchiero con le amiche del cuore (stretching).
Quindi ti domando: quali sono le tue tre fasi di “allenamento alla vita” preferite?
Credo che svegliarsi riposati sia ancora più importante di una buona colazione, quindi almeno 8 ore a notte di riposo sono fondamentali. Per la fase cardio direi che, dal mio punto di vista, correre sia la miglior medicina per liberarsi dai pensieri facendo il pieno di energia allo stesso tempo. Per concludere, direi che il miglior stretching è quello di ascoltare podcast, mi rilassa molto e mi apre la mente.