Public speaking: impara l’arte e mettila da parte, nel lavoro e nella vita

La formatrice e attrice Anna Montalenti, consulente di creative public speaking, spiega come imparare a comunicare bene in pubblico sia uno strumento essenziale per acquisire sicurezza nelle relazioni con gli altri. Per apprenderla, occorre concentrazione sì, ma anche, perché no, una buona dose di divertimento.

di Anna Montalenti*

Anna Montalenti durante un suo workshop

Saper parlare in pubblico è una delle competenze più preziose nel mondo del lavoro e in tante occasioni nella vita, eppure per molte persone può essere fonte di ansia e insicurezza.
Che si tratti di presentare un progetto davanti a una platea, partecipare attivamente a una riunione, o semplicemente comunicare efficacemente in un contesto interpersonale, il public speaking è senza dubbio utile, se non fondamentale.

Oltre ad acquisire sicurezza nelle relazioni sociali, permette di esprimere meglio le conoscenze e la propria opinione puntando su una comunicazione più chiara, efficace, in grado di raggiungere e interagire con l’interlocutore.

Che si cerchi lavoro, che si conduca un team, che si voglia migliorare la propria comunicazione interpersonale o semplicemente presentare al meglio le proprie idee, lavorare sul proprio modo di parlare in pubblico fa una grande differenza.

Sfatiamo però un mito: il public speaking va ben oltre il parlare davanti a una grande platea. In generale, la comunicazione è elemento fondante della vita sociale in tutti i suoi livelli e le maggiori problematiche in un team, lavorativo o informale, riguardano proprio questo aspetto.

Imparare a comunicare in modo efficace è una competenza cruciale in ogni contesto, anche in un piccolo gruppo o un meeting 1 a 1. La cura e l’attenzione devono essere sempre presenti, anche quando siamo stanchi o ci sembra che dall’altra parte manchi la stessa dedizione.

Dote innata o allenamento?
Sebbene alcune persone siano più predisposte a comunicare in pubblico, il public speaking è una combinazione di spontaneità e allenamento tecnico. Un’abilità, quindi, che può essere sviluppata da chiunque.

A scuola o all’università – salvo in rari casi – nessuno ci insegna a esprimerci e comunicare nel modo giusto, e questo è un problema.
Quando, per esempio, esponiamo le nostre conoscenze durante un esame o facciamo una presentazione al lavoro, ci concentriamo principalmente sui contenuti e sulle slide, dimenticando di curare anche i nostri strumenti di comunicazione: la respirazione, la voce, il corpo.

Invece anche a questo dobbiamo pensare se vogliamo far sì che il nostro messaggio sia chiaro e incisivo. Nulla da togliere ai contenuti, che restano il messaggio di valore su cui si fonda ogni comunicazione che merita di essere ascoltata. Però, erroneamente tendiamo a pensare che la comunicazione sia solo verbale e dimentichiamo l’importanza dei livelli non verbale e paraverbale, ovvero gestualità, mimica, postura, espressività vocale.

La narrazione deve essere dunque fortemente sostenuta da uno strumento di comunicazione consapevole e solido. Lo strumento deve infine risuonare attraverso le emozioni così da coinvolgere il nostro pubblico non solo a livello teorico ma anche emotivo.

Non dimentichiamo, inoltre, che ognuno deve trovare il proprio stile di comunicazione. Il percorso più utile ed efficace è partire dalla natura di ciascuno, tenendo conto degli elementi di forza e di difficoltà, per costruire una strategia di comunicazione che sia il più autentica possibile e sostenibile nel tempo.

Tecniche, errori, consigli per affrontare l’ansia da pubblico
Partendo dunque dal presupposto che non si può mai avere il totale controllo sulla comunicazione, sulle reazioni degli interlocutori o sulla nostra performance, è giusto analizzare – nel modo più concreto possibile, in ogni contesto – che cosa ci rende nervosi: quello specifico pubblico? Il fatto che ci siano persone esperte? Avere gli occhi addosso? Aver paura di dimenticare l’ordine del discorso?
Più siamo precisi nell’analizzare i motivi, meglio possiamo prepararci.

Inoltre, è bene sapere, che la maggior parte dell’ansia è dovuta alla mancanza di strumenti pratici per arrivare pronti: tecniche, esercizi, processo di preparazione, feedback.
Il risultato non possiamo garantirlo, ma possiamo risparmiare tempo nella preparazione andando nella direzione giusta e possiamo goderci gli atti di comunicazione invece che viverli con paura.

Dicevamo della respirazione: si tratta di uno strumento fondamentale per saper gestire la nostra preparazione e i nostri discorsi.

Perché il public speaking è un’abilità fondamentale che serve a tutte e tutti e che può davvero fare la differenza

Saper respirare correttamente ci supporta su due livelli:

– una respirazione corretta ci aiuta nelle gestione emotiva – abbassando il battito cardiaco, dando regolarità all’inspiro e all’espiro, rilassando il corpo e aiutandoci a focalizzare il pensiero su quello che stiamo facendo (tutti elementi fondamentali per essere efficaci nella comunicazione a un pubblico);

– ci sostiene tecnicamente nell’emissione vocale, evitando tutte quelle difficoltà tecniche – tremolìo della voce, affanno, fiato corto, abbassamento di voce – che fanno trasparire insicurezza e disagio.

Non a caso, comincio ogni sessione di consulenza o formazione con un esercizio di respirazione, proprio perché ritengo sia il migliore punto di partenza per cominciare un nuovo momento di comunicazione, per staccare da quello che stavamo facendo prima (mail, call, scrolling, meeting, grafiche, to do list…) ed entrare in una nuovo atto comunicativo con la giusta presenza fisica, mentale ed emotiva.

Ricordiamoci che la comunicazione è un’arte che si impara nella pratica. Ogni volta che comunichiamo abbiamo l’opportunità di creare relazioni, esprimere le nostre idee, raggiungere obiettivi importanti.
Vale la pena farlo bene e senza ansia!

Perché il public speaking è un’abilità fondamentale che serve a tutte e tutti e che può davvero fare la differenza

Anche il perfezionismo è una delle maggiori fonti di ansia. Suggerisco di prepararsi mettendo più focus sul messaggio e meno su se stessi.
L’impegno maggiore non è fare bella figura, ma è far arrivare al meglio la nostra idea, storia o progetto a chi ci ascolta. Noi siamo il veicolo di questo messaggio.

Credo che lavorare su di sé, conoscersi meglio, funzionare meglio nella comunicazione e nella gestione di sé e del pubblico, sia un percorso fondamentale per dare spazio e valore alle proprie idee.
E credo che questo percorso vada fatto con concentrazione e con una buona, buonissima dose di divertimento.

* Chi è l’autrice

Anna Montalenti è attrice, formatrice e consulente di Creative Public Speaking. Ha creato un metodo che fonde l’arte teatrale con le esigenze professionali, e che prepara le persone ad affrontare con più solidità e meno ansia tutte le situazioni in cui è richiesta la comunicazione a un pubblico.

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