
Otto Marzo e lavoro: la disparità di genere nelle lingue del mondo
Dalla “scogliera di cristallo” al “pavimento appiccicoso”, il linguaggio riflette le sfide che le donne affrontano nel mondo del lavoro. Babbel for Business analizza le espressioni che descrivono pregiudizi e ostacoli professionali
L’8 marzo non è solo una data sul calendario, ma un simbolo di lotta e di conquiste. È il giorno in cui si celebrano i progressi fatti per i diritti delle donne e si ricordano le battaglie che hanno cambiato la storia, portando maggiore indipendenza economica e una qualità della vita più equa. Il suo significato è racchiuso in un’immagine potente: bread and roses (“pane e rose”). Il pane rappresenta il diritto a un salario giusto, le rose quello a una vita dignitosa. Perché non basta lavorare per sopravvivere, bisogna anche poter vivere con dignità.
In questo contesto, Babbel for Business, la divisione di Babbel che fornisce corsi di lingua alle aziende, vuole porre l’attenzione sulle disparità di genere nel mondo del lavoro. Barriere spesso difficili da individuare, ma radicate nel linguaggio e nelle dinamiche aziendali, influenzano l’accesso delle donne ai ruoli di leadership e alle opportunità di crescita.
Secondo Chiara Chidini, Learner Success Manager di Babbel for Business, il cristallo è un’immagine efficace per descrivere le difficoltà che le donne incontrano nel mondo del lavoro. «Le barriere di genere -sostiene Chidini – sono trasparenti, non sempre riconoscibili, difficili da superare eppure percepite come fragili».

Il “soffitto di cristallo” esprime questa condizione: un limite invisibile che ostacola l’accesso delle donne ai livelli dirigenziali. L’espressione inglese equivalente, “glass ceiling”, ha ispirato il Glass-Ceiling Index (GCI), un indicatore che misura la rappresentanza femminile nelle posizioni di vertice.
Un fenomeno correlato è la “scogliera di cristallo” (glass cliff): le donne vengono più frequentemente chiamate a ruoli di leadership in situazioni di crisi, con un alto rischio di fallimento. In questi casi, il loro eventuale insuccesso viene attribuito a carenze personali, piuttosto che a condizioni aziendali preesistenti.
Il concetto francese di chambre de verre (“stanza di cristallo”) evidenzia invece un’altra dinamica: pur accedendo al mondo del lavoro, le donne restano spesso confinate in specifici settori o ruoli, senza reali possibilità di avanzamento.
Si parla invece di “pavimento appiccicoso” (sticky floor) quando si vuol descrivere le difficoltà di mobilità professionale: molte donne restano bloccate in posizioni di ingresso, con minori possibilità di avanzamento.
Un altro ostacolo significativo è la motherhood penalty, o “penalità della maternità”: la riduzione delle opportunità e della retribuzione per le madri, basata sulla presunzione che il loro impegno professionale sia inferiore.
Il termine Mutterkreuz (“croce della madre”), ripreso da un’onorificenza tedesca degli anni ’30, invece, viene oggi usato in senso critico per indicare la pressione sociale che spinge le donne a privilegiare la maternità rispetto alla carriera.
Nell’ambito delle dinamiche di potere e della comunicazione di genere, poi, si parla di “effetto ape regina” (queen bee effect) per identificare il comportamento di alcune donne in posizioni di leadership che, anziché favorire colleghe e collaboratrici, adottano atteggiamenti competitivi per difendere il proprio status.
Infine, fenomeni come il mansplaining (pénisplication in francese, machoexplicación in spagnolo) evidenziano il modo in cui il linguaggio può riflettere relazioni di potere: uomini che spiegano concetti a donne in modo condiscendente, spesso senza considerare che possano essere più competenti sull’argomento.
Le espressioni che descrivono la disparità di genere non sono semplici metafore, ma rappresentano dinamiche reali che influenzano l’esperienza lavorativa delle donne. Identificarle può costituire il primo passo per superarle e per promuovere ambienti più equi e inclusivi.
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