Riforme fiscali 2024, luci e ombre per le famiglie secondo l’Istat

La riforma Irpef, l’Assegno di Inclusione e le agevolazioni contributive ridefiniscono il quadro economico: l'Istat rileva benefici diffusi per i lavoratori dipendenti, ma un impatto negativo sulle fasce più deboli

Le recenti politiche fiscali e assistenziali introdotte nel 2024 stanno ridisegnando il panorama economico delle famiglie italiane. L’ultima analisi dell’Istat evidenzia gli effetti della riforma Irpef, delle agevolazioni contributive per i lavoratori dipendenti, della sostituzione del Reddito di Cittadinanza con l’Assegno di Inclusione e dell’indennità straordinaria di fine anno. Mentre alcune categorie di lavoratori beneficiano di un aumento del reddito disponibile, le famiglie a basso reddito risultano penalizzate dal nuovo assetto dei sostegni economici.

La revisione delle aliquote Irpef, unita alle esenzioni contributive previste per i lavoratori dipendenti, ha inciso positivamente sul reddito di circa 11,8 milioni di famiglie, ovvero il 45% del totale. Il beneficio medio annuo si attesta a 586 euro, con un impatto particolarmente significativo tra i nuclei con almeno un lavoratore dipendente, che rappresentano il 78,5% dei beneficiari.

Contestualmente, però, circa 300mila famiglie registrano una perdita di reddito media di 426 euro, soprattutto a causa della cessazione del cosiddetto Bonus Irpef. Al di fuori del sistema di decontribuzione, 9,6 milioni di famiglie traggono vantaggio dalla sola riforma fiscale, con una riduzione media delle imposte di 251 euro annui, pari a un incremento dello 0,5% del reddito disponibile.
Un impatto particolarmente positivo si rileva per le lavoratrici madri, che grazie all’esonero totale dei contributi ricevono un beneficio medio di oltre 1.000 euro annui, cifra che sale a 1.800 euro per quelle con una retribuzione lorda superiore ai 35mila euro, precedentemente escluse dalle agevolazioni contributive.

Secondo l’analisi dell’Istat, inoltre, la sostituzione del Reddito di Cittadinanza con l’Assegno di Inclusione ha comportato un peggioramento per circa 850mila famiglie, con una perdita media di 2.600 euro annui. L’impatto è particolarmente marcato tra i nuclei economicamente più fragili: tre quarti dei percettori hanno perso il beneficio, mentre il restante quarto ha subito una riduzione dell’importo a causa delle nuove modalità di calcolo.
Al contrario, circa 100mila famiglie hanno registrato un miglioramento del reddito disponibile, con un incremento medio di 1.200 euro, grazie a un trattamento più favorevole per i membri con disabilità rispetto al precedente sistema del Reddito di Cittadinanza.

Il cosiddetto “Bonus Natale”, un’indennità una tantum di 100 euro per i lavoratori dipendenti, ha interessato 3 milioni di famiglie (11,6% del totale), con un impatto minimo sul reddito disponibile, pari in media allo 0,2%.

Nel complesso, gli interventi pubblici hanno ridotto la diseguaglianza di reddito familiare di 16,1 punti percentuali, con un effetto più marcato nel Mezzogiorno (-16,9 punti percentuali), dove le disparità di reddito primario risultano più accentuate. La nuova configurazione fiscale e assistenziale ha però portato a un lieve peggioramento dell’equità complessiva della distribuzione del reddito disponibile: secondo l’Istat, l’indice di Gini è passato dal 30,25% al 30,40%, segnalando un leggero aumento della disuguaglianza.

In sostanza il quadro generale presenta luci e ombre. Le riforme introdotte nel 2024 hanno prodotto effetti differenziati: se da un lato i lavoratori dipendenti – in particolare le madri – beneficiano di un miglioramento del reddito, dall’altro le famiglie più povere subiscono una contrazione significativa dei sussidi. Il sistema fiscale e assistenziale si conferma dunque un elemento chiave nella redistribuzione della ricchezza, ma le misure adottate sembrano favorire maggiormente chi già possiede una fonte di reddito stabile, lasciando irrisolta la fragilità economica di chi è maggiormente esposto al rischio di esclusione sociale.

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