Chi va in bici al lavoro fa meno assenze per malattia

Le conclusioni in una ricerca del Finnish Institute of Occupational Health che per due anni ha analizzato la relazione tra il pendolarismo attivo e il numero di giorni di malattia tra i lavoratori

Spostarsi in bicicletta non è solo una scelta ecologica e salutare, ma può anche ridurre le assenze per malattia. Lo dimostrerebbe un nuovo studio del Finnish Institute of Occupational Health, pubblicato sulla rivista Scandinavian Journal of Medicine and Science in Sports. La ricerca ha coinvolto circa 28.500 dipendenti pubblici finlandesi per un periodo di due anni ed è stata condotta nell’ambito dei progetti COMMUTE e Climate Nudge, analizzando la relazione tra il pendolarismo attivo e il numero di giorni di malattia tra i lavoratori.

«Esistono già prove sui benefici per la salute e per l’ambiente del pendolarismo attivo, ma il suo legame con il rischio di lunghe assenze per malattia non era stato ancora studiato», spiega Essi Kalliolahti, autore principale dello studio e ricercatore presso l’Istituto finlandese di salute sul lavoro e l’Università della Finlandia orientale.
«L’esercizio fisico non deve essere necessariamente intenso per fare la differenza», aggiunge la dottoressa Kari Lehtinen, fra le autrici dello studio. «Bastano pochi chilometri di pedalata al giorno per ridurre significativamente il rischio di malattie e migliorare la qualità della vita lavorativa».

L’analisi ha coinvolto dipendenti comunali, confrontando chi si sposta abitualmente a piedi o in bicicletta con chi usa mezzi pubblici o auto. I risultati rivelano che chi pedala per più di 30 km a settimana ha un rischio di assenza per malattia inferiore dell’8-18% rispetto ai pendolari passivi. In media, i ciclisti più assidui registrano 4,5 giorni di malattia in meno ogni anno e un episodio di assenza prolungata (oltre dieci giorni) in meno ogni dieci anni di attività lavorativa.

I vantaggi si riscontrano soprattutto tra chi sceglie la bici per tragitti di almeno 9 km a tratta. Camminare, invece, non ha mostrato gli stessi effetti sulle assenze per malattia, suggerendo che è necessaria una quantità significativa di attività fisica per ottenere benefici tangibili.

«Sapendo che solo metà della popolazione adulta segue le raccomandazioni sull’attività fisica, spostarsi a piedi o in bicicletta può essere un modo utile per aumentare l’esercizio fisico che favorisce la salute», osserva l’epidemiologa Jenni Ervasti, ricercatrice capo del Finnish Institute of Occupational Health,

Oltre agli evidenti vantaggi per la salute, il pendolarismo attivo riduce l’inquinamento e contribuisce agli obiettivi di neutralità carbonica adottati da molte amministrazioni locali. «I risultati dello studio forniscono ulteriori motivi per incoraggiare e investire in modalità di trasporto sostenibili, in particolare nel ciclismo urbano», conclude Ervasti.

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