
Mix generazionale? Snobbato da più di un’azienda su due
La collaborazione e il dialogo fra dipendenti di età diversa è un'opportunità ancora poco sfruttata dalle nostre imprese: lo dice una nuova indagine realizzata da The Adecco Group
In un mondo del lavoro in continua evoluzione, il confronto tra generazioni rappresenta sempre più un’opportunità di crescita e innovazione. Eppure, secondo un’indagine di The Adecco Group e Istituto Piepoli, molte aziende faticano a coglierne il valore: più della metà (54%) non ha messo in atto iniziative per favorire il dialogo tra lavoratori di età diverse e non intende farlo in futuro.

La ricerca evidenzia un chiaro divario tra necessità e realtà. L’87% dei lavoratori considera fondamentale il rapporto intergenerazionale, ma solo 1 su 10 è a conoscenza di misure concrete adottate dalla propria azienda. La scarsa attenzione al tema alimenta pregiudizi e discriminazioni: il 30% dei lavoratori dichiara di aver subito commenti negativi legati all’età, mentre il 37% delle aziende ammette che gli stereotipi si riflettono anche su trattamenti economici differenziati.
Le discriminazioni legate all’età si manifestano anche in termini di opportunità: 1 azienda su 4 esclude alcuni lavoratori da progetti rilevanti per ragioni anagrafiche, mentre per il 20% dei dipendenti l’età influisce negativamente su assunzioni e promozioni.
L’indagine di The Adecco Group e Istituto Piepoli evidenzia quali sono i maggiori ostacoli e quanto diverse siano le percezioni dei lavoratori. Tra le maggiori difficoltà nel favorire la collaborazione tra generazioni, le aziende indicano lo stile comunicativo (42%), seguito dal diverso approccio alle relazioni con colleghi e superiori (39%). I lavoratori, invece, percepiscono come principale ostacolo il divario nelle competenze tecnologiche (22%). Un altro elemento di distanza riguarda la dedizione al lavoro, ritenuta un fattore distintivo dal 34% delle aziende, ma solo dal 22% dei lavoratori.
Dall’indagine emergono anche le caratteristiche attribuite alle diverse generazioni: i Millennials si distinguono per spirito di squadra (32%), problem solving (29%) e adattabilità (24%). La Gen Z, invece, è vista come la meno resistente al cambiamento (2%), ma anche la più familiare con la tecnologia (37%) e incline all’apprendimento (21%), sebbene meno capace di gestire lo stress (14%).
Nonostante le difficoltà, qualcosa si sta muovendo. Virginia Stagni, chief marketing officer di The Adecco Group Italy, sottolinea come «circa 3 aziende su 4 considerano importante il tema del mix generazionale, e oltre un terzo lo ritiene molto importante. La consapevolezza cresce soprattutto nelle aziende di grandi dimensioni. D’altro canto, il 50% delle aziende ritiene che una scarsa collaborazione tra generazioni possa danneggiare la produttività. È su questo aspetto che le imprese dovranno puntare, per valorizzare al meglio le competenze di tutti».
Sul valore del dialogo intergenerazionale insiste anche Livio Gigliuto, presidente dell’Istituto Piepoli: «L’armonizzazione delle generazioni sul lavoro non è una questione logistica o organizzativa, ma umana e relazionale. Non si tratta solo di lavorare insieme, ma di vivere bene insieme. Superare le barriere culturali significa rendere il luogo di lavoro più inclusivo e coeso. La diversità generazionale è un dono ancora troppo spesso incompreso».
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