
Le aziende vincenti credono nei talenti di ogni età e li aiutano a fiorire
Cristina Navicello, project leader di Fabbrica di Lampadine, spiega perché sia fondamentale puntare sulla valorizzazione delle persone per garantirsi successo credibile e a lungo termine
di Cristina Navicello *
Il talento? A me piace definirlo come è «una possibilità di espressione da rendere possibile». Mi piace così tanto immaginarlo in questo modo, al punto che vorrei tanto che nelle aziende, piuttosto che ricorrere all’espressione «gestione dei talenti», si puntasse invece sul «sostenere lo sviluppo delle persone».
A mio avviso, la responsabilità primaria di chi si occupa delle persone in azienda deve infatti andare sempre di più sul concetto di sostegno e di dedizione, ossia dovrebbe puntare su sviluppo e crescita e sulla creazione di un ambiente aperto al dialogo in cui tutti si sentano apprezzati e coinvolti.
Tutto questo dovrebbe accadere ancora di più nelle organizzazioni in cui vi siano persone che hanno, oltre a doti ed abilità naturali, una forte spinta all’apprendimento e al volersi mettere in gioco per crescere e vivere con soddisfazione all’interno del gruppo di cui fanno parte. Per me sono proprio queste le persone di talento. E che cosa chiedono queste persone alle organizzazioni?
Chiedono innanzitutto di essere messe nella condizione di apprendere il più possibile, di poter mettere in campo le loro competenze, di avere l’opportunità di esprimersi con le loro idee e innovazioni e di sentirsi parte di un ambiente che riconosce le potenzialità e le unicità di ciascuno, in quanto davvero aperto al dialogo e coerente con i valori dichiarati.
Interagire con i talenti sopra descritti comporta una bella responsabilità per le aziende, che vengono messe di fronte a due sfide principali: la prima è offrire loro un percorso di sviluppo delle competenze interessante e la seconda è come trattenerli in maniera duratura.
Quindi cosa fare per superare queste sfide? Sicuramente orientarsi verso la creazione di ambienti di lavoro inclusivi e rispettosi delle capacità e competenze di ognuno, in cui le persone possano prosperare e contribuire attivamente al successo collettivo.
Inoltre, occorre incoraggiare la creatività e dare spazio e voce alle persone.
Creare un ambiente in cui ognuno si senta valorizzato, infatti, non solo rafforza le relazioni interne, ma stimola anche il pensiero critico e la collaborazione, ingredienti essenziali per il successo a lungo termine.
Anche il benessere organizzativo gioca un ruolo fondamentale in questo processo. Che cosa s’intende con questa parola? Non solo la tutela della salute fisica dei propri collaboratori, ma anche un impegno concreto dell’azienda a costruire una rete di relazioni efficace e supportiva.
Offrire spazi di espressione e creatività, riconoscere il valore unico di ogni individuo, trasformare l’ambiente lavorativo in un incubatore di innovazione e successo deve essere in sintesi un impegno autentico per le organizzazioni che vogliano davvero cooperare alla costruzione di un futuro prospero e sostenibile.
Ed è importante sfatare anche alcuni luoghi comuni che associano il talento all’età anagrafica.
Spesso si tende a pensare che i giovani siano i soli portatori di innovazione e creatività. In realtà, i talenti possono trovarsi in ogni fascia d’età e portare un valore inestimabile grazie all’esperienza e alla diversità di pensiero.
La vera sfida per le aziende è riconoscere e valorizzare questi aspetti, creando un ambiente inclusivo che favorisca la crescita di tutti. E questo è senza dubbio un win-win perché da un lato le persone si sentono valorizzate e importanti all’interno dell’organizzazione e dall’altro l’azienda può contare su persone motivate e propositive.
Inoltre, ad un percorso rivolto alle persone di talento deve coincidere la creazione di un percorso di leadership dei loro capi. Quando un’organizzazione investe nel miglioramento delle capacità di leadership dei propri manager, si crea infatti un ambiente in cui i talenti possono prosperare.
Ma quali caratteristiche deve avere un leader?
In primo luogo, oggi chi voglia ricoprire il ruolo di leader deve essere pronto a fungere da mentore e facilitatore. Manager formati e consapevoli sono infatti in grado di riconoscere le potenzialità dei collaboratori e di offrire loro opportunità di crescita personalizzate, trasformando il processo di sviluppo in un viaggio condiviso.

Un esempio di come è possibile sostenere queste sfide è il progetto “Talent Program” di Fabbrica di Lampadine. Si tratta di un percorso di sviluppo che sostiene le persone nell’acquisizione di competenze manageriali, caratterizzato da una modalità leggera, coinvolgente e dinamica e da un approccio divertente per approfondire contenuti attuali. Come è strutturato? Da un lato si lavora sulle persone per potenziarne le abilità naturali e dall’altro le si sosterrà nella crescita individuale, puntando sulle specifiche aree di miglioramento. In quale modo?
Punto di partenza del “Talent program” è proprio l’identificazione dei “cinque talenti predominanti”, ossia le attitudini naturali delle persone. Si tratta di un passaggio fondamentale per scoprire/avere conferma delle proprie abilità e, di conseguenza, anche degli aspetti da migliorare. L’obiettivo è quindi andare a lavorare sia sul potenziamento delle abilità sia sulle aree “deboli”, per poter orientare in modo efficace il percorso di sviluppo individuale.
Il secondo step del programma di Fabbrica di Lampadine si focalizza sull’empowerment, per lavorare sull’individuazione di obiettivi personali chiari e misurabili relativamente al proprio sviluppo, costruendo un piano d’azione che guiderà l’apprendimento sui temi manageriali che si affronteranno.
“Talent program” prosegue poi con incontri periodici di sviluppo delle soft skill, che vanno dalla comunicazione alla negoziazione, dalla leadership al cambiamento, dal feedback all’IA, con una metodologia che incoraggia l’interazione e la partecipazione attiva, aspetti che non solo rafforzano le relazioni tra i membri del team, ma favoriscono anche un clima di fiducia e di collaborazione.

Nel corso del programma sono previsti interventi di ospiti che portano in aula esperienze straordinarie vissute in vari ambiti, artistici, sportivi e aziendali. Si tratta di incontri che offrono una varietà di stimoli importanti per favorire un apprendimento esperienziale significativo e ricco di spunti di riflessione che va oltre i temi prettamente manageriali, per aprire invece la mente ed essere maggiormente ricettivi a quanto accade anche fuori dal contesto lavorativo.
Parallelamente, si lavora con i responsabili per approfondire aspetti della leadership che, come chiesto dal contesto estremamente mutevole, incerto e complesso, deve essere riletta nei contenuti e nei comportamenti per essere attuale e quindi efficace.
Il percorso prevede inoltre incontri di team building in cui si lavora insieme su un progetto, da svolgere dunque in un ambiente protetto, in modo tale da simulare situazioni lavorative plausibili nel proprio quotidiano: lo scopo di un’attività del genere è favorire l’acquisizione di strumenti e metodi efficaci per il raggiungimento di un obiettivo comune. Anche in questo caso, l’approccio scelto da Fabbrica di Lampadine è leggero e divertente, il che rende l’apprendimento un’esperienza coinvolgente e stimolante, anche quando si affrontano temi spesso molto complessi.
Il “Talent program” si sta rivelando molto apprezzato ed efficace anche per la sua capacità di far emergere non solo i talenti professionali, ma anche quelli personali, spesso nascosti o sottovalutati.
Dare alle persone l’opportunità di coltivare i propri talenti in modo completo significa anche investire nel loro benessere e nella loro realizzazione, con effetti positivi che si riflettono su tutta l’organizzazione.
Puntando sul “Talent Program”, le aziende riescono insomma a creare ambienti di lavoro che promuovono la fiducia, la collaborazione e l’innovazione, elementi essenziali per vincere la sfida con il tempo.
A questo tipo di percorso, che si arricchisce e cresce ad ogni passo, ho il piacere di dare il mio contributo già da qualche anno. Sono infatti diverse le aziende con le quali ho co-progettato percorsi formativi di differente durata e contenuto, agevolandole nel fare emergere non solo i talenti, ma anche la passione e la motivazione di chi ha la possibilità di esprimersi e svilupparsi in un contesto stimolante… Ad Maiora!
* Chi sono (da LinkedIn)

Da sempre nel mondo HR, nel 2010 incontro l’universo di Fabbrica di Lampadine. Da allora, insieme alla squadra con cui lavoro, progetto eventi e percorsi di alta formazione manageriale. Che dire di me… curiosa, con una buona dose di pazzia, con la passione per la montagna e per il mio lavoro.
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