Il project management di valore ha bisogno di ingredienti giusti e di un punto di vista diverso

Secondo il contributor Antonio D'Este per dare vita a relazioni di valore in grado di portare al successo i nostri progetti, è essenziale analizzare a fondo competenze e caratteristiche della nostra organizzazione, senza dimenticare le nostre personali responsabilità.

di Antonio D’Este*

“Fare squadra”, essere un “team affiatato”, creare un “gruppo compatto”: sono tutte espressioni ripetute più e più volte, ma che a lungo andare hanno perso di valore trasformandosi in vuoti slogan para-motivazionali.
Pur essendo frequente oggetto di discussione, la difficoltà tuttora molto diffusa di stabilire relazioni di valore nelle organizzazioni diventa infatti ancora troppo spesso la prima causa di fallimento di progetti che, almeno sulla carta, sarebbero realizzabilissimi. Come superarla? Cambiando completamente prospettiva.

Partiamo da un assunto: nella nostra epoca non basta più osservare le dinamiche del sistema azienda da un punto di vista semplicemente organizzativo o dei processi, ma bisogna andare più a fondo.
E’ in altri termini necessario attingere informazioni da quella parte dell’organizzazione che non è così evidente a prima vista. Da questa angolazione ci si accorgerà di come la realtà osservata presenterà degli equilibri che, anche se distonici nella loro natura, nella realtà sono al contrario perfettamente in armonia tra loro. Mi spiego meglio.

Gestire le relazioni in ambito Project Management è come scegliere gli ingredienti adatti per fare una torta. Quali utilizzare? Le materie prime più adatte fanno già parte della realtà aziendale, ciascuno con il proprio sapore, la propria caratteristica. Semplicemente, talvolta sembrano ciò che non sono o, viceversa, sono ciò che non sembrano.

Miscelarli bene significa insomma far partire un progetto restando presenti a se stessi e alla propria organizzazione. Per fare davvero la differenza, però, bisogna ricordarsi che uno dei temi più rilevanti ha a che fare con la responsabilità.

È più facile dare la colpa a qualcun altro del team, al collega, al superiore. Assumersi invece la propria parte di responsabilità in una determinata situazione, libera immediatamente da una serie di malintesi che allontanano dal focus sul problema.

Essere consapevoli che la rete di interdipendenza che si crea all’interno di un gruppo sociale ha una sua vita propria estremamente forte e a un livello di latenza talvolta impercettibile, è un altro elemento fondamentale per sciogliere i conflitti e creare invece un dialogo costruttivo.

La rete di relazioni interne ed esterne a un’organizzazione aziendale rappresenta una connessione imprescindibile tra tutte le persone che ne fanno parte e s’influenzano a vicenda.
Pensare quindi a un alternarsi di causa ed effetto che incide sulla vita aziendale in modo potente e quasi inarrestabile, è un’immagine che ci aiuterà a iniziare a pensare e agire in modo responsabile.

Da questo punto in poi ogni interazione avrà un valore più profondo e le scelte potranno avvenire a partire da uno spazio di connessione tale da far emergere immediatamente i valori diversificanti del singolo a beneficio del gruppo e del risultato complessivo.

Utilizzare delle tecniche non convenzionali per affrontare queste criticità è sicuramente una modalità che porta rapidamente a soluzioni concrete e rilevanti per tutto il team dedicato al progetto. Assumendosi ognuno la propria parte di responsabilità, sarà insomma possibile procedere nei vari step operativi in modo fluido e con maggiore soddisfazione da parte di tutti.
In ogni caso, osservare un progetto in questa modalità offre l’opportunità di un punto di vista privilegiato che può aprire a nuove e interessanti intuizioni.

*Chi sono (da LinkedIn)

Facilito il cambiamento individuale e organizzativo attraverso percorsi di trasformazione e consapevolezza. Applico la visione sistemica alla consulenza aziendale e alla formazione professionale, considerando l’individuo, l’azienda e la professione come ecosistemi interconnessi. Il mio obiettivo è generare soluzioni che ispirano una profonda trasformazione, trascendendo la semplice risoluzione dei problemi per creare vera crescita. Mi considero un esploratore di connessioni invisibili, un catalizzatore di cambiamento autentico.

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