Sette livelli energetici al lavoro e nella vita: e il tuo qual è?

Essere un/a vero/a leader richiede un alto grado di consapevolezza dell'energia con la quale ci muoviamo nel mondo. Lo racconta nel suo nuovo articolo Atena Manca, che ha preso spunto dalla lettura di un libro di Bruce D. Schneider, basato su un'esperienza vera vissuta dall'autore e founder dell'Institute for professional excellence in coaching.

di Atena Manca*


Qualche settimana fa, un’amica che sta seguendo un corso di sviluppo personale mi ha raccontato di un modello introdotto nella sua azienda che sta trasformando il modo in cui il suo team lavora insieme: si chiama Energy Leadership, ed è stato sviluppato da Bruce D. Schneider, founder dell’Institute for professional excellence in coaching, oltre che autore, tra altri, del libro omonimo.
Curiosa, ho iniziato a leggerlo, scoprendo un approccio profondo e strutturato, che si fonda su un’idea semplice ma potente: ogni persona – e ogni leader – agisce nel mondo con un’energia specifica, che influenza le proprie decisioni, le relazioni, il clima di lavoro.

Il libro di Schneider racconta una storia vera in cui questo metodo è stato applicato con successo: quella di un imprenditore che, nel momento più difficile per la sua azienda, ha scelto di partire da sé per trasformare tutto il resto.

Nello specifico, l’autore viene coinvolto da un imprenditore il cui business è in declino, il team demotivato, le tensioni alte. L’approccio proposto non riguarda nuove strategie operative, ma un lavoro di consapevolezza: analizzare il modo in cui il fondatore stava reagendo alla situazione, e il tipo di energia che stava trasmettendo al suo ambiente.

Il leader inizia così un percorso di lavoro su di sé, imparando a riconoscere i propri automatismi e a guidare le situazioni da uno spazio più lucido, meno reattivo. L’effetto si estende rapidamente al team: cambia il linguaggio, il modo di affrontare i problemi, la responsabilità personale. E l’azienda riprende a crescere. Come è stato possibile?

Secondo Schneider, esistono 7 livelli energetici che riflettono la nostra risposta agli eventi e influenzano l’impatto che abbiamo sugli altri:

1.Vittima – senso di impotenza, rinuncia, stanchezza emotiva.

    2.Conflitto – rabbia, scontro, ricerca del colpevole.

    3.Responsabilità – accettazione, controllo, adattamento.

    4.Preoccupazione per gli altri – empatia, sostegno, servizio.

    5.Opportunità – visione, apertura, collaborazione.

    6.Sintesi – intuizione, creatività, connessione.

    7.Non giudizio – consapevolezza pura, assenza di ego.

    I sette livelli sopra descritti non rappresentano una una gerarchia morale, ma piuttosto uno spettro di stati interiori. Ogni persona può riconoscere in quale livello si trova e scegliere, con allenamento e consapevolezza, di salire.

    Come si passa da un livello energetico all’altro?
    Non in maniera automatica, precisa l’autore, ma è possibile che, con il giusto allenamento, il passaggio diventi sempre più naturale.

    Perché questo accada, tutto parte da una prima fase, ossia: riconoscere il livello in cui ci si trova. Ossia domandarsi: siamo nella modalità “vittima” (livello 1), dove tutto ci sembra fuori controllo? O stiamo reagendo in modo conflittuale (livello 2), cercando sempre colpevoli? Oppure siamo già nel livello della responsabilità, pronti a fare la nostra parte?

    Una volta identificato il proprio stato energetico, la leva principale è il significato che attribuiamo all’evento che stiamo vivendo.
    Il livello energetico non dipende da ciò che accade, ma da come interpretiamo ciò che accade.

    Ecco alcuni esempi pratici di come si può salire di livello:

    Dal livello 1 al livello 3: passare da “non posso fare nulla” a “posso almeno scegliere la mia risposta”.

    Dal livello 2 al livello 4: passare da “ho ragione io” a “come posso mettermi nei panni dell’altro?”.

    Dal livello 3 al livello 5: passare da “cerco un compromesso” a “cerchiamo insieme un’opportunità nuova”.

    Schneider spiega che questo cambio avviene attraverso:

    – Auto-osservazione (diventare consapevoli delle proprie reazioni).

    – Riformulazione (modificare il significato che si attribuisce a un evento).

    – Allenamento intenzionale (fare scelte consapevoli, ogni giorno, anche piccole).

    Il coach nel libro, infatti, non dice mai cosa “fare”, ma aiuta il leader a guardare se stesso con occhi nuovi. A farsi domande diverse. A scegliere risposte più potenti.
    È un percorso che non elimina le difficoltà, ma cambia completamente il modo di viverle.

    Energy Leadership non propone insomma un nuovo vocabolario manageriale, ma un cambio di consapevolezza: ogni leader, consapevole o meno, trasmette energia. E quell’energia influenza il contesto in modo radicale.

    Un leader che opera da livelli energetici più alti crea ambienti più inclusivi, proattivi, resilienti. Spazi dove le persone non solo lavorano, ma crescono.
    E questo, in tempi incerti, può forse diventare un vero vantaggio competitivo.

    Parlo spesso di leadership e cambiamento anche nel mio blog e sulla mia pagina Instagram.
    Se questo tema ti ha incuriosito, ci vediamo lì.
    E tu, oggi, a che livello di energia pensi di essere?

    * Chi è l’autrice
    Atena Manca è una professionista con 20 anni di esperienza nel marketing e nella comunicazione. Laureata in Economia per l’Arte e la Cultura all’Università Bocconi e con un Master in Marketing a Publitalia ’80, ha completato di recente il corso Mastering Digital Marketing in an AI World alla London Business School. Creatrice del blog Madonnager.it, Atena condivide riflessioni e consigli (anche quelli non richiesti!) su come bilanciare carriera, maternità e vita personale, sempre con un pizzico di ironia.

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