Surfare con l’IA garantendo più benessere a tutti: il futuro del lavoro in scena a IMPACT 2030
Intelligenza artificiale, sostenibilità e diritti sono i temi al centro di IMPACT 2030, la kermesse di Laborability dedicata al futuro del lavoro che ha chiuso la terza edizione all'H-Farm lo scorso 16 ottobre.
Il futuro è già adesso, soprattutto nel mondo del lavoro. Lo sanno bene gli organizzatori di IMPACT 2030, la convention di Laborability che lo scorso 16 ottobre ha chiuso la doppietta di appuntamenti del 2024 all’H-FARM di Roncade (TV) con l’annuncio del tema scelto come focus dell’edizione 2025, prevista per il 28 maggio: in quella data si parlerà di intelligenza, artificiale, lavoro e diritti.
Per «il media che parla di lavoro alle persone che lavorano avvalendosi degli articoli scritti da giuslavoristi e consulenti del lavoro», come si raccontano nel loro sito ufficiale, l’appuntamento annunciato per il prossimo anno rappresenta una sorta di sequel in grande stile per la serie di tre appuntamenti finora realizzati, dedicati ad approfondire quanti dei 17 goals previsti dall’Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile siamo stati bravi a segnare.
A giudicare dal numero di partecipanti (circa un migliaio, in massima parte HR manager) che hanno raggiunto l’H – FARM per l’appuntamento autunnale, la sensibilità verso temi come la sostenibilità sociale e ambientale e il benessere aziendale c’è e percorre tutte e cinque le generazioni che compongono l’attuale forza lavoro italiana.
La giornata all’H-FARM è stata suddivisa in due grandi conferenze, mattutina e pomeridiana, nell’auditorium principale, entrambe concluse da workshop di approfondimento e speed-date di networking con le principali aziende presenti.
Il compito di aprire gli speech della mattina è toccato a Gianluca Spolverato, Founder di Laborabilty, protagonista nel pomeriggio di un workshop della sua società WI LEGAL dedicata agli effetti giuridici dell’AI ACT europeo sul mondo del lavoro. «Non è lontano il giorno in cui sarà l’intelligenza artificiale a scrivere gli atti delle sentenze», ha sostenuto Spolverato.
L’IA generativa va in sostanza considerata come un «copilota» o una sorta di «stagista» al quale affidare le operazioni più semplici, hanno affermato in particolare Mariangela Orme, senior learning manager di Microsoft, e Andrea Virgilio, Ceo di Beliven.
Non dobbiamo in altri termini avere paura dell’IA , anche se per utilizzarla al meglio, occorrerà un certo coraggio da parte nostra. Per Alessandro Petrillo, Ceo della Business School dell’H-FARM, siamo infatti davanti a uno tsunami che ci chiede di essere molto bravi a diventare «campioni di surf». Come allenarsi? Imparando l’arte del “prompting”, ossia scrivere le domande giuste per ottenere risposte chiare e precise.
Similmente, Antonio Castaldo, responsabile digital e social multimedia di Fondazione Leonardo, ha ricordato che l’uomo, per definizione, è imperfetto. Di conseguenza, qualunque regola vorrà darsi per evitare l’incubo preconizzato da Ray Kurzweil di fondersi entro il 2050 con le creature tecnologiche che ha inventato con le sue stesse mani, l’unica strada che gli resta è “continuare a desiderare”, come sostenuto dal filosofo Luciano Floridi.
Per arrivare ad accogliere l’IA come un semplice nuovo compagno di lavoro, occorre anche prestare la dovuta attenzione a come si lavora in generale. «Quando i dipendenti sono sereni, sono anche più produttivi», ha detto Diego Rossi, direttore generale di BIBANCA, presentando i programmi di finanziamento su misura per i loro collaboratori.
Da segnalare anche l’impegno di VEASYT per fornire strumenti specifici per i lavoratori sordi, come ad esempio l’interprete LIS in presenza in azienda, il video-interpretariato LIS da remoto e anche i tool per la sottotitolazione, facilmente integrabili con l’IA.
Sulla crescita della cultura aziendale lavora da anni TREEDOM, media partner della kermesse all’H-FARM. Quanto sia necessario permearla di «responsabilità a tutti i livelli» viene ribadito da Martina Fondi, head of forestry e partner dell’azienda.
Analogo impegno sulla crescita culturale degli associati è ribadito da Ilaria Lagosta, presidente di AIDP Veneto e Friuli Venezia Giulia: «Abbiamo voltato pagina», ha rimarcato, sottolineando come l’aumento dei soci (tutti volontari) a circa 4.500 sia effetto del cambiamento in corso, che li ha spinti anche ad adottare il nuovo nome “People & Culture”.
Uscire dagli uffici degli azionisti per abbracciare gli interessi più generali degli stakeholder è inoltre l’obiettivo che si sono posti in Carel, come ha ricordato il Ceo Francesco Nalini.
Per aprirsi agli altri, bisogna però lavorare anche sui propri pregiudizi. Per portarli allo scoperto, può servire l’aiuto di professionisti esperti di bias, in grado anche di quantificare numericamente come gli stessi incidono sulla nostra visione del mondo. L’argomento è stato affrontato da Paola Bellabio, durante il workshop della sua società Awair.
Le tematiche ESG hanno percorso più o meno anche gli altri momenti seminariali, a partire da quello proposto da AYMING, dedicato a come finanziarle.
Grande attenzione è stata data alla felicità dei team come solido sistema di engagement, oltre che di employer branding, obiettivi da realizzare anche aiutando i collaboratori a rintracciare tutto il welfare non riscosso di cui hanno diritto ma non ne sono consapevoli. Si tratterebbe di una somma ingente, calcolata dagli organizzatori della kermesse in circa 10 miliardi di euro.
Sul tema si sono soffermati in particolare giusto in chiusura di convention l’Ad Francesco Salonia e l’Hr Strategy di Laborability, Barbara Peressoni, presentando una nuova applicazione offerta dalla loro società. Perché utilizzarla? Per dare una mano concreta al reddito degli italiani, in media sotto i 20 euro all’anno, «senza gravare sui bilanci aziendali».
A dare l’arrivederci al 28 maggio 2025, è stata infine la presidente del Cda e CMO di Laborability, Elisabetta Vanuzzo, che ha annunciato il rafforzamento della partnership con l’H-FARM, invitando a salire sul palco “il padrone di casa” Alessandro Petrillo.