Un buon work-life balance è possibile. Parola di Marcello Russo
“In equilibrio. Un buon work-life balance è possibile”. Parafrasando una famosa frase diffusa nella società civile, Marcello Russo, docente di organizzazione aziendale all’Università di Bologna e direttore del Global MBA alla Bologna Business School, la utilizza per completare il titolo del suo nuovo libro uscito di recente per il Mulino.
“In equilibrio. Un buon work-life balance è possibile”. Parafrasando una famosa frase diffusa nella società civile, Marcello Russo, docente di organizzazione aziendale all’Università di Bologna e direttore del Global MBA alla Bologna Business School, la utilizza per completare il titolo del suo nuovo libro uscito di recente per il Mulino.
Attraverso un approccio scientifico, basato sull’evidenza empirica di oltre quarant’anni di studi e ricerche sul tema, l’autore spiega quanto sia complesso e multidimensionale il concetto del work-life balance.
Raggiungerlo è un obiettivo che trascende il concetto di tempo e il numero di ore allocate tra le varie attività. Gli elementi cruciali per valutarlo (e in generale per valutare la nostra stessa vita) sono invece le preferenze personali, il sistema di valori e l’effettiva partecipazione ai ruoli ritenuti importanti per ciascuno di noi.
In altri termini, un buon equilibrio vita-lavoro non può essere conseguito perseguendo autonomamente strategie e piani di azione, per quanto efficaci e ragionate esse siano.
Marcello Russo si sofferma invece sulla grande varietà di fattori molto diversi tra loro che determinano le reali possibilità di ottenere il livello di work-life balance desiderato.
Tra questi vi sono, ad esempio, leggi e regolamenti nazionali, politiche aziendali e comportamenti dei capi, negoziazione con gli altri componenti della famiglia e introspezione individuale, tutti elementi che devono lavorare insieme perché si arrivi all’equilibrio agognato.
Dal testo emerge, inoltre, che un ruolo importante è esercitato dai capi, indicati con l’espressione “leader equilibristi”. Sono proprio i capi, spiega Russo, ad avere <<la capacità e la possibilità di agevolare enormemente i collaboratori nella ricerca di un maggiore equilibrio tra famiglia e lavoro, attraverso l’ascolto, l’empatia e il role modeling>>.
Ad esempio, prosegue l’autore, <<i capi work alcoholic possono percepire un buon work-life balance nei casi in cui il lavoro è il dominio più importante nella loro vita>>.
Ciò significa, tuttavia, che quando questo si traduce nell’aspettativa che anche i collaboratori seguano i propri ritmi lavorativi, la capacità individuale di conseguire un buon work-life balance ne risente.
La difficoltà oggettiva di mettere in relazione aspirazioni dei capi e quelle dei propri collaboratori è affrontata in particolare nel capitolo intitolato “Artefici del proprio destino, ma anche in balia dei venti”.
In questa parte Marcello Russo analizza infatti i due principali approcci di studio al tema: il primo considera l’individuo come il principale artefice del suo work-life balance; il secondo approccio, definito sistemico o relazionale, sottolinea come il work-life balance sia influenzato dalla fitta rete di relazioni presenti nel nostro sociale e dalle risorse presenti nel contesto socio-organizzativo di ciascuno.
Nel capitolo “Organizzazioni equilibrate e leader equilibristi” l’autore analizza invece il ruolo delle organizzazioni e dei capi che sono gli attori più influenti in questo processo.
Russo sottolinea in particolare il fatto che molte decisioni che prendiamo nella vita, sia quelle di breve periodo (ad esempio, quante volte a settimana praticare sport) che di medio-lungo periodo (quando diventare genitori, optare per un full-time o part-time) possono essere influenzate dalla stanchezza accumulata sul lavoro, dall’agenda di lavoro (o da quella del capo), dalle politiche di welfare e, più in generale, dal grado di autonomia e flessibilità sperimentate sul lavoro.
Alle influenze esercitate in tema da politiche di welfare e cultura nazionale è invece dedicato il capitolo “Una società conciliante”, nel quale l’autore riporta diversi esempi di realtà che hanno finanche invertito la curva demografica grazie a politiche innovative per le famiglie. Russo rimarca proprio come l’uguaglianza di genere sul lavoro inizi tra le mura domestiche, grazie a una più equa ripartizione del carico di lavoro domestico tra i partner.
Russo sembra in definitiva farci intendere che sì, diventare buoni equilibristi nel work-life balance è possibile. La visione ottimistica è contenuta nel capitolo di chiusura, dove l’autore elenca una serie di azioni che possono aiutare la società, le aziende, i capi e le persone a sperimentare condizioni migliori per diventare (o tornare ad essere) padroni della propria vita.
* Chi sono (da LinkedIn)
Sono HR Manager, Trainer, Recruiter, con ampia esperienza nella gestione del personale, nelle relazioni industriali, nell’employer branding, nella formazione.
Creare il successo di una azienda significa facilitare un ambiente stimolante e costantemente in grado di apprendere ed evolversi, questa è la mia mission.
L’attenzione alle persone è il ruolo delle Risorse Umane: il loro benessere è la chiave per il successo.