La rivoluzione etica delle HR in scena a Milano dal 23 al 25 gennaio
Dal 23 al 25 gennaio la città italiana simbolo del lavoro diventa la sede della kermesse organizzata da TeamDifferent con lo scopo di diffondere una visione del mondo delle risorse umane sostenibile e inclusiva, in linea con quanto chiedono soprattutto le nuove generazioni. Ce ne parla Lorenzo Tedeschi nel suo intervento.
di Lorenzo Tedeschi *
Nel mondo del lavoro è in atto una rivoluzione etica. Lo dimostrano le dimissioni di coscienza degli ultimi anni: secondo uno studio commissionato da Paul Polman (ex CEO Unilever), sarebbero migliaia le persone che lasceranno il lavoro per motivi etici. Molte di loro lo hanno già fatto.
Pensiamo infatti al cosiddetto conscious quitting, ossia quel fenomeno che si traduce nel desiderio di lavorare con persone (e datori di lavoro) concretamente impegnati per la società. Per questo tipo di persone è cioè essenziale interagire con chi si pone il problema del cambiamento climatico, del rispetto dei diritti umani e sociali e della tutela della salute mentale.
D’altronde, quello dell’etica nel mondo del lavoro è stato a lungo un tema centrale per l’economia e la filosofia dei secoli scorsi. Max Weber parlava di “vocazione”, Max Scheler dell’importanza di non eccedere e di dedicarsi al riposo.
Il tema della leadership etica non è insomma nato da poco.
Da anni la sociologia studia infatti l’influenza che un leader virtuoso e ricco di integrità può avere sulle persone che lo circondano. Ora che giovani e meno giovani sono alla ricerca di ambienti di lavoro sostenibili e attenti al loro benessere, si è tornati a parlare di integrità, onestà, affidabilità e ascolto da parte di chi guida un team di persone.
Ma, soprattutto, si sta parlando sempre di più dell’impatto che i leader aziendali hanno sulla comunità.
Muel Kaptein, docente di Business Ethics alla Rotterdam School of Management e partner di KPMG, ha scritto a lungo delle caratteristiche che un’organizzazione deve avere per costruire una cultura etica che abbia effetti su tutta la popolazione aziendale. Perché questa trasformazione avvenga per davvero, i leader dovrebbero adottare comportamenti coerenti (Developing and testing a measure for the ethical culture of organizations: the corporate ethical virtues model, 2008). Dalla chiarezza alla trasparenza, dalla fattibilità alla sanzionabilità, sono insomma diverse le qualità etiche che un’azienda deve possedere, ma tra queste spicca proprio la coerenza del management.
Che si tratti di HR manager, CEO, COO, CFO o CTO, secondo Kaptein e molta altra letteratura organizzativa, un manager davvero virtuoso dovrebbe dunque avere tratti distintivi di onestà, integrità e affidabilità. Dovrebbe inoltre avere un sistema di valori, essere aperto all’ascolto e adottare comportamenti corretti e, cosa non meno importante, dovrebbe prendere decisioni proprio sulla base dei suoi principi etici e nel rispetto della posizione che ricopre.
Tutto questo, non per capriccio ma perché la figura del leader esercita un potere di role modeling e una profonda influenza sul clima etico dell’azienda, e questa influisce di molto sul comportamento etico delle persone.
Un esempio molto potente di tutto ciò è la cosiddetta teoria delle finestre rotte, mutuata dalla criminologia, secondo la quale un condominio il cui portone ha una finestra rotta e mai riparata, attrarrà altre finestre rotte e poi vandalismo e criminalità, alimentando a cascata una catena di comportamenti antisociali.
Questo esperimento, documentato prima nel 1982 dai ricercatori James Q. Wilson e George L. Kelling e, poi, dallo psicologo sociale di Stanford Philip Zimbardo, dimostra proprio come un ambiente non curato e poco etico, inneschi un effetto domino del degrado e invogli le persone a dare sfogo ai loro peggiori istinti.
L’etica al lavoro, quindi, non è solo un fatto di branding e reputazione, ma ha un impatto concreto sul benessere delle persone negli ambienti e sulla stima verso chi le guida.
Alla luce delle considerazioni sopra esposte, ci siamo resi conto dell’importanza di organizzare proprio a Milano un evento dedicato specificamente ad approfondire i nuovi scenari etici e sostenibili del mondo delle risorse umane. Lo abbiamo chiamato ETHICAL HR, che si svolgerà al Randstad Box nelle giornate del 23-24-25 gennaio.
In che cosa consiste ETHICAL HR?
Strutturato in workshop, interviste, interventi, tavole rotonde, dialoghi e presentazioni di libri, in ETHICAL HR si parlerà di salute mentale, identità di genere, genitorialità, linguaggi, progettazione del welfare, impatti ambientali, leadership.
Tutto questo, con la partecipazione di persone e realtà speciali: da Sonia Malaspina di Danone a Paolo Iabichino dell’Osservatorio Civic Brands. Da Alice Siracusano di LUZ a Simone Giovarruscio di SIAE, da Alessia Cappello (Assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro del Comune di Milano) a Marco Minghetti di OpenKnowledge. Fino a Jacopo Tondelli de Gli Stati Generali e per finire la speciale partecipazione del founder di Fabbrica di Lampadine, Giampaolo Rossi, che è anche amministratore delegato di Oltre La Media Group, nostra media partner dell’evento.
In quei tre giorni andrà in scena un dialogo lungo e ricco di sorprese. È fortemente sconsigliato mancare: i ticket sono gratuiti ma limitati, quindi affrettatevi a prenotarli!
*Chi sono (da LinkedIn)
Bevo Estathè e cerco di rendere il mondo un posto migliore. Sono co-founder e AD di TeamDifferent, una realtà nata per fornire consulenza e formazione allo scopo di proteggere il benessere mentale delle persone negli ambienti di lavoro. La nostra missione è curare progetti di supporto psicologico, training del management e della popolazione aziendale, sensibilizzando la società all’importanza di proteggere la nostra salute mentale.