
Giovani, carini e smartphone addicted: i dati dell’Osservatorio GenerationShip di Unipol
Secondo l'indagine che ha coinvolto 1.500 persone di cui più della metà nella fascia tra i 16 e i 35 anni, il grosso dei ragazzi è consapevole di avere una dipendenza da telefonino, con conseguenze negative sul proprio benessere mentale, ma non sa farne a meno.

Giovani, carini e smartphone addicted. La dipendenza da cellulare nelle generazioni tra i 16 e i 35 anni è la fotografia emersa da una ricerca condotta dall’Osservatorio GenerationShip di Changes Unipol in collaborazione con Kkienn Connecting People and Companies, che ha coinvolto un campione di 1.518 persone, di cui circa 900 giovani e circa 600 adulti tra i 36 e i 74 anni.
Tra i dati più rilevanti, la presenza di un 40% di ragazzi che preferisce le interazioni online a quelle faccia a faccia.
Nella fascia giovane della popolazione lo smartphone è usato dalla quasi totalità delle persone, pari al 91%. Chi di loro lo utilizza in modo frequente è il 64%, con un tempo di connessione medio al giorno tra le 4 e oltre le 6 ore.
L’uso così assiduo finisce per tradursi in comportamenti problematici, quali:
– perdita del sonno: il 57% usa lo smartphone fino a tarda notte;
– ansia da interazione: il 50% teme di non essere raggiungibile o perde tempo controllando notifiche;
– riduzione della socialità: il 40% preferisce interazioni online a quelle faccia-a-faccia.
– diminuzione delle prestazioni: il 30% riscontra problemi a scuola, a lavoro o nelle relazioni.
Delle conseguenze negative provocate dall’uso eccessivo dello smartphone si dice poi consapevole l’81% del campione protagonista della ricerca. Tra loro, particolarmente le donne risultano più dipendenti, prediligendo social media e app di messaggistica. Gli uomini, invece, sono più attratti da notizie, app di intrattenimento, giochi, scommesse online, pornografia e intelligenza artificiale.
La ricerca di Unipol si sofferma poi sulle conseguenze che la dipendenza dal telefonino potrebbe avere sul benessere mentale.
In particolare, per i ragazzi tra i 16 e i 35 anni la riduzione della concentrazione colpisce il 60% di loro, contro il 37% degli adulti. Analoghe le differenze tra i secondi e i primi se si parla di ansia e depressione e isolamento sociale.
Particolarmente vulnerabile risulta inoltre essere la fascia dei giovani adulti, dai 28 ai 35 anni. Sono infatti proprio loro a subire le maggiori pressioni lavorative, sociali ed economiche.
Pur essendo consapevoli del problema nella maggioranza dei casi, solo una piccola parte riesce a ridurne l’utilizzo.
Oltretutto, il 57% degli italiani è contrario a restrizioni sull’uso dello smartphone, tranne che alla guida (73%) o in classe (64%).
Alla fine, il dato più interessante che emerge dallo studio Changes Unipol riguarda il legame tra utilizzo del telefonino e l’amplificazione dei disagi già presenti nella vita dei giovani fruitori.
In cima alle preoccupazioni di chi sta crescendo e diventando adulto ci sono infatti l’insicurezza lavorativa, le aspettative di performance, la difficoltà di bilanciamento tra vita e lavoro e il declino delle relazioni sociali. In sostanza, se da un lato lo smartphone offre visibilità e opportunità, dall’altro può accentuare insicurezza e bassa autostima.
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