Smart Building: volàno per 200mila posti di lavoro, ma mancano i candidati idonei

Il settore degli "edifici intelligenti" in Italia genera 174 miliardi di euro di fatturato e offre un potenziale di 200mila nuovi posti di lavoro, ma il mercato del lavoro stenta a soddisfare la domanda di competenze specializzate

La filiera estesa degli Smart Building in Italia registra un fatturato di 174 miliardi di euro e un Valore Aggiunto pari a 38 miliardi di euro. Il settore occupa attualmente 515 mila addetti e potrebbe creare ulteriori 200mila posti di lavoro qualificati, coinvolgendo figure come ingegneri, progettisti, installatori e operai specializzati. La difficoltà nel reperire personale con competenze adeguate rappresenta però una criticità: l’83,7% delle posizioni aperte richiede competenze green e smart, ma nel 57,6% dei casi le aziende non trovano candidati idonei. Il settore edilizio, caratterizzato da una forza lavoro con basso livello di istruzione e un’età media elevata, necessita di un rafforzamento dell’offerta formativa per favorire la transizione verso un modello più innovativo e sostenibile.

Sono alcune delle evidenze emerse dall’analisi condotta dalla Community Smart Building di The European House – Ambrosetti (TEHA), che ha coinvolto gli operatori della filiera per identificare opportunità e sfide del settore. La Community Smart Building, giunta alla terza edizione, si propone di evolvere da “think tank” ad “act tank” a supporto dei policy maker, con il contributo di partner quali ABB, ANCE Lombardia, BTicino, IRSAP, KONE, MCZ Group e Principe Ares.

L’obsolescenza del patrimonio immobiliare italiano e la necessità di adeguarsi alla Direttiva Case Green entro due anni impongono una rapida transizione verso edifici più efficienti. La diffusione degli Smart Building può rappresentare un volano occupazionale, con la creazione di circa 200 mila posti di lavoro specializzati. Secondo l’analisi della Community Smart Building, saranno necessari 124 mila operatori specializzati (idraulici, elettricisti, muratori e serramentisti), 54 mila installatori di sistemi avanzati (HVAC, domotica, automazione e fotovoltaico) e 14 mila tecnici esperti in manutenzione e cybersecurity. Il comparto richiederà anche 11 mila ingegneri (elettronici, energetici, sviluppatori software) e 10 mila progettisti (architetti, geometri e designer d’interni).

Per sostenere questa evoluzione, sarà essenziale anche il ruolo di addetti alle vendite specializzati, in grado di sensibilizzare il mercato sui benefici economici e ambientali delle soluzioni smart.

Dall’analisi condotta emerge una significativa difficoltà nel reperire personale qualificato: ingegneri (60%), progettisti (50%), installatori (40%) e tecnici (40%) sono tra i profili più richiesti, mentre figure emergenti come system integrator e programmatori IoT raggiungono il 20% della domanda.

Benedetta Brioschi

«Gli smart building rappresentano un’importante opportunità per generare occupazione qualificata nel settore edilizio e, al contempo, contribuire alla decarbonizzazione del comparto” afferma Benedetta Brioschi, Partner e Responsabile Community Smart Building di TEHA Group. «Tuttavia, esiste un forte gap da colmare in termini di competenze green e smart, che gli operatori del settore faticano a reperire. Sarà fondamentale investire in politiche di upskilling e reskilling, potenziare l’offerta formativa nelle scuole e rafforzare la collaborazione con le ITS Academy”.

La forza lavoro del settore edilizio è caratterizzata da un basso livello di istruzione: solo il 13% possiede una laurea, mentre il 54% ha conseguito la licenza media e il 7% non ha alcun titolo di studio. Inoltre, il 62% dei lavoratori ha un’età compresa tra 35 e 54 anni, mentre solo il 20% rientra nella fascia 15-34 anni.

Le aziende della filiera stanno investendo in programmi di formazione on-the-job e collaborazioni con Università e ITS Academy per sviluppare competenze legate all’efficienza energetica e alle nuove tecnologie digitali. Si calcola che, tra il 2015 e il 2024, le ITS Academy hanno formato 46.616 studenti con 1.800 percorsi formativi, coinvolgendo oltre 2.400 imprese. L’87% dei diplomati trova occupazione entro un anno, il 93,8% in un’area coerente con il proprio percorso di studi.

Riccardo Zanette

«La Community Smart Building evidenzia come il gap di competenze rappresenti un nodo cruciale per il settore: investire nella formazione di personale altamente specializzato e nell’aggiornamento costante dei professionisti è fondamentale per accompagnare la diffusione degli smart building e rendere più sostenibile il patrimonio edilizio italiano» dichiara Riccardo Zanette, Amministratore Delegato di MCZ Group Spa.

Nel panorama formativo, oltre alle iniziative aziendali per il reskilling e l’upskilling, la crescita degli ITS Academy è considerata strategica per colmare il gap tra istruzione e mondo del lavoro. Andrea Vicario (ABB), Romina Donazzi (BTicino) e Marco De Flora (KONE), rappresentanti delle aziende partner della Community Smart Building, affermano: «Nel futuro dell’edilizia, qualsiasi profilo professionale dovrà acquisire competenze green e smart. La collaborazione con gli ITS sarà fondamentale per formare le nuove generazioni e supportare l’evoluzione del settore».

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