Luisa Romesi e il successo “unconventional” nel racconto della sua vita

Debutta la rubrica di Luisa Romesi, la VP Geo Italy di Foot Locker, dedicata al racconto dei motivi professionali e umani che le hanno permesso di costruire una carriera di grande successo pur restando sempre fuori dagli schemi. Anzi: "unconventional".

di Luisa Romesi*


Il punto di partenza? E’ “unconventional”. Perché uso questa parola? Per la stessa ragione che mi ha spinto ad inaugurare questo viaggio nella scrittura assieme a voi. Come mai? Perché mi premeva raccontarvi della seguente scoperta che ho fatto anno dopo anno: essere unconventional è un modo di lavorare di successo. Ed è stato – e credo sia ancora – proprio il “mio” modo di lavorare.

Ma partiamo dall’inizio, in maniera che io possa darvi un’idea più precisa del percorso lavorativo che ho compiuto e della mia personalità.
Sono entrata in azienda per caso. Avevo conseguito da poco tempo il diploma di laurea in Scienze Motorie ed ero in attesa di partecipare al concorso a cattedre per entrare nella scuola.

Le giornate le trascorrevo sul campo di atletica, dove allenavo una squadra giovanile di mezzofondisti, e in palestra dove insegnavo ginnastica aerobica. La mia vita era intrisa di tabelle di allenamento, musiche, passi di danza e coreografie.

In quest’attesa, trovai casualmente in un quotidiano un’inserzione di lavoro in cui si cercavano persone con il mio diploma di laurea in vista dell’apertura del primo negozio Foot Locker a Roma.

Non esitai un attimo ad inviare il mio CV.
Per me, era così sorprendente trovare un annuncio con il mio titolo di studio. Oltretutto, ricordavo i pazzeschi negozi di questo grande marchio dedicati totalmente alle sneaker che avevo visto in un viaggio a New York qualche anno prima.

Durante il colloquio avevo parlato solo di sport e di quanto adoravo le mie Reebok Pump, che utilizzavo in palestra.
Dopo un mese sono entrata in un nuovo campo di gioco, “il retail”, come sales employee full time.

Però devo confessarlo: non è stato affatto semplice emotivamente lasciare tutto il mondo dello sport praticato. Ho pianto per settimane: mi sembrava di tradire tutti i miei ideali, me stessa, di aver faticato tanto per nulla.

Durante le crisi di pianto, mi consolavo pensando che l’esperienza in Foot Locker sarebbe stata solo la sala d’attesa per la mia cattedra in educazione fisica, e che presto sarei tornata a dedicarmi all’insegnamento. Ma dall’altra parte mi rendevo conto che la mia vita lavorativa stava virando.

Tra una crisi e l’altra, mi sono immersa nella nuova vita lavorativa. Erano gli inizi degli anni ’90: il mondo della multinazionale americana era pieno di regole, risultati, gerarchie.

Da quel momento, si è innescato in me un meccanismo nel quale, pur non conoscendo nulla, la mia esperienza di agonista orientata ai risultati e l’essere cresciuta in ambienti sportivi mi hanno permesso in breve tempo di diventare store manager e in tre anni area manager.

Da area manager ero responsabile del Sud Italia. Sono stati anni di successi, budget raggiunti e alta motivazione all’interno dei team che gestivo. Grazie a questi risultati, dopo cinque anni ho accettato la grande sfida e sono diventata country manager per l’Italia. In periodi alterni si sono aggiunti altri Paesi: la Spagna, il Portogallo, la Grecia, la Turchia, la Svizzera.

Nel ruolo di country manager ho gestito un gruppo di nove area manager: mi sono dovuta sfidare ogni anno per guadagnarmi la loro fiducia, il rispetto e, non per ultimo, per dare loro l’energia necessaria a tradurre le azioni in risultati tangibili e non.

In questo percorso durato più di quindici anni, ho sentito la solitudine del capo, a momenti mi sono sentita fuori contesto, forse perché visionaria, eterea, esuberante.

La gestione delle risorse e il dedicare moltissimo tempo ed energie alla costruzione di relazioni significative ha sempre riscosso critiche ed elogi quando i risultati arrivavano. In ogni caso, ciò che ha funzionato in maniera particolare in questi anni è stato il senso di appartenenza al nostro territorio e un livello di professionalità mediamente più elevato rispetto agli altri Paesi.

Ma come ho fatto a completare questa crescita professionale? Come ho fatto a rimanere in ruoli apicali per così tanti anni? Come ho adattato il mio stile in un mondo lavorativo che è cambiato radicalmente? E, ultima domanda, non per importanza: come si fa a rimanere attuali in un mondo che cambia?

Ecco: tutto ciò che condivideremo in questa rubrica nasce dalla mia esperienza sul campo, dai temi che ho continuato ad approfondire e studiare.

Le responsabilità di risultati e di persone assorbono moltissima energia in tutti i sensi: tempo, pensieri, attenzione. La cultura e l’ampliamento delle mie conoscenze mi hanno permesso di ricaricarmi e di avere sempre nuove prospettive, uscendo dai temi noti e conosciuti.

Sarà interessante condividere con voi la mia esperienza di team e risultati in questa rubrica dedicata al bene più prezioso di un’azienda: le persone.

Dunque, partiamo proprio da qui per il nostro spazio… UNCONVENTIONAL. Vi aspetto!

Chi sono*

Laureata in Scienze Motorie all’Universita’ degli Studi di Roma “ Foro Italico”, ho costruito un percorso formativo diventando Coach certificata ICF e conseguendo un Master di II livello in Medicina Naturale all’Università degli Studi di Roma “ Tor Vergata”.
Nel mio attuale ruolo di VP Geo Italy per Foot Locker, seguo strategicamente un network di 157 punti vendita sul territorio nazionale, con l’obiettivo di migliorare le performance degli store, contribuendo allo sviluppo delle persone all’interno dell’azienda. La mia filosofia professionale si fonda sull’agilità, con una forte attitudine al teamworking e con spiccate capacità di comunicazione e di relazione interpersonale, qualità che ho sviluppato grazie alla mia esperienza sul campo.

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