
Parole nuove per il lavoro nuovo: il glossario di GoodHabitz
In occasione della Giornata Internazionale dei Lavoratori, la nota piattaforma per la formazione aziendale pubblica un glossario per aiutare i professionisti delle risorse umane a comprendere e navigare le dinamiche emergenti del mondo del lavoro. Tra cambiamenti strutturali, nuove competenze e linguaggi inediti
In Italia, il lavoro continua a cambiare pelle. Lo fa silenziosamente, ma in profondità. I dati raccolti dalla piattaforma internazionale per la formazione aziendale GoodHabitz in collaborazione con YouGov nel primo semestre del 2024 raccontano un mondo professionale segnato da un crescente senso di disagio e dalla ricerca di un nuovo equilibrio. Il 30% dei lavoratori italiani ha cambiato o vorrebbe cambiare lavoro a causa della stanchezza mentale. Un dato che cresce tra i più giovani: il 34% degli under 44 (Millennial e Gen Z) è in cerca di una svolta, contro il 28% degli over 45.
Non è solo una questione di stipendi. Il 25% desidera intraprendere un percorso più vicino alle proprie inclinazioni, mentre il 26% immagina un cambiamento radicale. Il “posto fisso” perde centralità: oggi, il 40% dei lavoratori italiani vive una carriera non lineare, fatta di transizioni tra ruoli, settori e modelli professionali.

In un panorama tanto fluido, cambiano anche le parole con cui si racconta il lavoro. E il linguaggio, si sa, è sempre un indicatore potente delle trasformazioni in atto. Partendo d questa constatazione GoodHabitz ha messo insieme un glossario delle parole chiave – perlopiù di natura anglofona – che raccontano il lavoro del futuro: un compendio pratico e stimolante per i professionisti delle risorse umane, ma anche per chi cerca nuove direzioni in un mercato in piena metamorfosi. Il glossario del lavoro che verrà:
Quiet Cutting
Una strategia silenziosa: invece di licenziare, le aziende ricollocano i dipendenti in ruoli meno ambiti per contenere i costi. Una mossa che può alimentare frustrazione ma serve a trattenere competenze preziose.
Boomerang Employees
Chi torna. I lavoratori che lasciano un’azienda e vi fanno ritorno, spesso arricchiti da esperienze nuove. Un fenomeno in crescita, che riduce tempi di adattamento e porta nuova linfa agli ambienti di lavoro.
Green Collar Jobs
I lavori della transizione ecologica. Ruoli legati alla sostenibilità ambientale e agli obiettivi ESG, sempre più richiesti in un’economia orientata al green.
Leadership Blue Ocean
Una leadership che non combatte nella giungla del mercato saturo, ma cerca nuovi spazi, crea opportunità inedite e valorizza la creatività strategica.
Leadership Empatica
Guida che ascolta. Valorizza la vulnerabilità e le emozioni come strumenti di connessione e crescita condivisa.
Reverse Mentoring
Inversione dei ruoli. I giovani insegnano ai senior, soprattutto sulle competenze digitali. Un modo efficace per colmare i gap generazionali e creare scambio autentico.
Talent Cloud
Professionisti freelance o remoti coinvolti in progetti on-demand. Una squadra diffusa, globale, che si costruisce attorno agli obiettivi, non agli uffici.
Augmented Workforce
Umani e macchine. Una forza lavoro potenziata da tecnologie digitali e intelligenza artificiale. L’obiettivo non è sostituire, ma amplificare il talento umano.
Neurodiversity Hiring
La valorizzazione delle menti fuori dallo schema. Assumere persone neurodivergenti come strategia per stimolare creatività e risoluzione dei problemi.
Skill-Based Recruiting
I titoli contano meno delle competenze. Le aziende cercano ciò che una persona sa fare, non solo quello che ha studiato.

Le parole nuove raccontano anche bisogni nuovi. Sempre secondo la ricerca GoodHabitz, il 92% dei lavoratori ritiene che il problem solving sia una competenza chiave per affrontare il presente, il 90% indica la gestione dello stress, e l’88% il lavoro di squadra. Ma c’è di più: l’81% crede che le soft skill aiutino a scoprire talenti nascosti, il 79% pensa che favoriscano la crescita personale e il 74% che siano fondamentali per costruire la carriera ideale.
A sottolinearlo è Paolo Carnovale, General Manager di GoodHabitz Italia: «In un mondo del lavoro sempre più frammentato, le human skill sono diventate una necessità imprescindibile, non più un semplice optional. Un ambiente di lavoro davvero prospero e sostenibile, capace di attrarre, motivare e trattenere i talenti, parte da questo».
In un’epoca in cui le tecnologie corrono e i confini tra vita personale e lavorativa si fanno sempre più sfumati, la vera sfida resta dunque quella di riuscire a dare priorità assoluta all’essere umano. Con le sue emozioni, le sue aspirazioni e, soprattutto, le sue potenzialità.
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